Malaria: 1 farmaco su 3 è contraffatto
In particolare in Asia e Africa, dove la malaria colpisce maggiormente, i farmaci anti-malarici non funzionano in quanto uno su tre sarebbe addirittura contraffatto. A lanciare l'allarme dalle pagine della rivista scientifica Lancet Infectious Diseases è uno studio statunitense condotto dal Fogarty International Center dei National Institutes On Health.
I ricercatori americani hanno confrontato i dati provenienti da due studi separati condotti sui farmaci distribuiti negli ultimi dieci anni nelle due aree tropicali in cui il fenomeno della malaria è notoriamente più diffuso. Gli autori dello studio sono così arrivati alla conclusione che la scarsa qualità di alcuni prodotti e soprattutto la diffusione di compresse contraffatte costituiscono la causa dell'insorgenza della resistenza ai farmaci antimalarici e del fallimento delle terapie.
All'origine del giro di contraffazione vi sarebbe la scarsa attività di monitoraggio e controllo dei farmaci durante la fase di produzione. Secondo lo studio, la dimensione del fenomeno lascia ipotizzare che vi sia la complicità delle case farmaceutiche e delle agenzie che, come denunciano gli studiosi, “laddove individuano casi sospetti, invece di denunciarli, li tengono riservati”.
“Gran parte della morbilità e della mortalità causate dalla patologia - spiegano i ricercatori - potrebbero essere evitate se i farmaci disponibili per i pazienti fossero davvero efficaci, di alta qualità ed utilizzati correttamente”.
Potenzialmente circa metà della popolazione mondiale potrebbe contrarre la malaria. Nei 106 i Paesi in cui questa patologia è considerata endemica, 3,3 miliardi di persone questo rischio lo corrono tutti i giorni, mentre sono tra le 65mila e il milione e 200mila quelle che ogni anno si infettano e muoiono a causa del protozoo Plasmodium Falciparum trasmesso dalla zanzara anofele.
Dal 2000 la mortalità per malaria è scesa del 25 per cento a livello globale e solo nella regione africana questa percentuale sarebbe del 33 per cento. Gli osservatori dell'Oms affermano tuttavia che non è ancora abbastanza per raggiungere gli obiettivi prefissati per il controllo di tale malattia.