"E' una storia lunga e complicata" Marco Gherardini detto Poiana, ispettore della forestale in un paesino sugli appennini bolognesi, Casedisopra, è uno abituato a chiudere così le discussione che entrano troppo nel personale. O che scavano dentro i ricordi. Ma è anche una persona cresciuta per fare il mestiere che fa: proteggere le montagne e i boschi dall'incuria dell'uomo, dalle mire di chi vede dietro un borgo, una occasione per fare soldi costruendo case per villeggianti. Case che stravolgeranno l'equilibrio, il paesaggio e che probabilmente (come per molte seconde case) rimarranno chiuse per tutto l'anno.
“Appena preso possesso della stazione, due anni prima, non aveva smesso di tormentare il comandante provinciale prospettandogli la situazione drammatica della zona, dichiarando, senza mezzi termini e per iscritto, che in caso di incidenti le responsabilità sarebbero ricadute su chi non lo avrebbe messo in condizioni di operare.[..] In estate c'era da tenere d'occhio una quantità di villeggianti che se ne andavano a spasso per i monti con la stessa attenzione con cui viaggiavano sotto sotto i portici di Bologna o in piazza della Signoria, a Firenze.”
Ma questa volta, non è di turisti in difficoltà che si deve occupare: ma di un cadavere o meglio, di un presunto cadavere. Adumas (chiamato così per la passione del padre per le storie di Alexandre Dumas) che non è un bracconiere ma ogni tanto procura qualche cinghiale all'oste del paese, ha visto, durante una battuta di caccia, un enorme cinghiale con in bocca un piede umano.
Mentre per il comandante dei carabinieri, il maresciallo Cruenti, è una storia frutto della fantasia (o della grappa bevuta per scaldarsi), per l'ispettore Gherardini detto Poiana, è una storia da approfondire.
Perchè subito dopo, un incendio sulla macchia, domato anche grazie all'aiuto della Protezione Civile, rivela il cadavere (con entrambi i piedi) bruciato.
Cosa sta succedendo, in questo paese? Che misteri nasconde la terra sotto i castagni?
Poiana inizia una sua indagine, quasi solitaria, che lo porta a scoprire interessi immobiliari da parte di una società che vede come soci buona parte del paese. L'ex sindaco, il medico del paese, persino il maresciallo: in ballo c'è la riqualificazione di un antico borgo. Una riqualificazione in cui non si starebbe a guardare troppo per il sottile per l'acquisto delle vecchie case da rimettere in piedi.
Ma all'improvviso sembra che tutti abbiano qualcosa da nascondere: i due fratelli tunisini Haled e Samir, impiegati da Badilone, un impresario edile, presso cui lavora anche Salvatore e la sua squadra di operai del sud. Un'elfa che vive solitaria con la figlia, in alta montagna.
Un'umanità varia che si ritrova ogni giorno a mangiare e bere nella trattoria di Benito.
E che prende con fossero farneticazioni le parole di Adumas:
“-Un cinghiale come l’ho visto io, qui non l’ha mai visto nessuno”.
“E come sarà mai questo cinghiale?” – “Teneva in bocca il piede di un uomo”.
Nell'inchiesta Poiana va a sbattere, quasi letteralmente, con Francesca una studentessa di Bologna in fuga dalla città. Anche lei con una casa a Casedisopra, la Cà Storta, donatale dal nonno. Una casa attorno a cui girano troppi interessi e troppe persone.
Anche mettendo a rischio la sua incolumità, l'ispettore Gherardini farà il suo dovere.
La coppia Guccini Macchiavelli torna all'opera con questo giallo che mantiene la stessa ambientazione dei loro precedenti libri, con protagonisti il maresciallo Santovito. Quelli come me che hanno amato le storie raccontate in Macaronì, Un disco dei Platters, Questo sangue che impasta la terra, troveranno in queste pagine gli stessi paesaggi, quasi gli stessi luoghi (la caserma, la trattoria), gli stessi discorsi, aggiornati ai tempi nostri.
Il personaggio di Poiana è destinato a fare strada e sicuramente lo ritroveremo in altri racconti: unico neo, forse, la trama un po' troppo “allungata” (con qualche pagina di troppo) e “leggera” (per il movente). Ma anche il giovane Poiana saprà farsi strada e riuscirà ad arrivare all'altezza dell'indimenticato Benedetto Santovito col suo sigaro in bocca.
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Technorati: Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli