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malattia piante

Creato il 04 aprile 2012 da Giardinaggio @Giardinaggionet

Descrizione


malattiapiante2 Anche le piante, come qualsiasi essere vivente, possono ammalarsi. Le malattie delle piante sono delle condizioni patologiche, causate da diversi fattori, che possono portare alla modifica delle normali condizioni fisiologiche della pianta, a una sofferenza evidente sulle sue parti vegetali, al suo appassimento e, dunque, alla morte. La malattia, nelle piante, può essere provocata da agenti patogeni, cioè portatori di infezioni e danni ai componenti vegetali della pianta, e da fattori climatici e ambientali ( inquinamento, errati metodi di coltivazione). I principali agenti patogeni per le piante sono i parassiti ( insetti, molluschi, altre piante e alcuni vermi), i funghi, i virus e i batteri. Tutti questi agenti possono danneggiare qualsiasi specie di pianta, da quelle ornamentali a quelle agricole.

Malattia da fattori climatici e ambientali


malattiapiante1 Anche i fattori climatici e ambientali sono in grado di far ammalare le piante. I primi possono essere facilmente evitati coltivando piante che si adattano alle temperature della zona in cui sorge l’orto, il campo o il giardino. Naturalmente esistono dei fattori imprevedibili, come siccità e gelate, che non possono essere facilmente evitati. Da questi fattori critici ci si può difendere con le piante in vaso, da spostare nei luoghi che mantengono la loro temperatura ideale, oppure con le coltivazioni in serra dove si realizzano dei microclimi artificiali che non tengono conto delle condizioni esterne. Per le piante che crescono all’aperto, sia quelle da agricoltura biologica che le siepi, il prato, i rosai, gli alberi e le aiuole, i fattori climatici e ambientali possono essere determinanti nel favorire la sofferenza della pianta e la sua vulnerabilità agli attacchi di parassiti , batteri o virus. L’inquinamento, ad esempio, può cambiare la colorazione delle foglie provocando delle macchie scure che, negli ortaggi coltivati, sono indice di prodotti di scarsa qualità.

Malattia da agenti patogeni


Le malattie delle piante causate da agenti patogeni sono tantissime. Alcune prendono il nome dell’agente infettante, altre dall’aspetto che assume la pianta una volta che viene infettata. Tra i parassiti in grado di provocare malattie alle piante ricordiamo gli acari, le cocciniglie, gli afidi, la mosca bianca, la cicala delle rose, le anguillole ( vermi), la minatrice fogliare, il tripide, le cimici, l’oziorinco della vite, la criocera del giglio, la falena invernale e le lumache. Anche i batteri possono provocare gravi malattie alle piante. Tra le più comuni malattie batteriche vegetali ricordiamo la rogna dell’oleandro e dell’olivo, il seccume del geranio e la batteriosi della magnolia. Molte infezioni batteriche sono sostenute dal Pseudomonas, un tipico agente patogeno del regno vegetale. Le malattie virali delle piante sono spesso secondarie ad infezioni da parassiti, come gli afidi. I virus vengono, infatti, inoculati attraverso l’apparato boccale dell’insetto parassita creando un’infezione sistemica che colpisce il parenchima vegetale della pianta. Dannose per le piante sono anche le malattie funghine, tra cui si ricordano l’oidio, la fumaggine, la peronospora, la muffa grigia, la ruggine, il mal bianco, l’ elmintosporiosi e l’ascochyta. La malattia della pianta può essere provocata anche da altre piante parassite, ovvero specie senza apparato radicale e senza foglie, che per sopravvivere insidiano le piante coltivate, come il trifoglio, l’erba medica e la barbabietola. Altre specie parassite hanno sia foglie che radici, ma le usano per penetrare nella pianta ospite. Vittime delle piante parassite con foglie e radici sono, spesso, le leguminose. Da queste malattie ci si difende con anticrittogamici, antiparassitari, insetticidi o sistemi biologici, come i prodotti naturali e i predatori degli agenti infettivi, ma anche con corretti sistemi di innesto, potatura, irrigazione e concimazione.

Malattia da errori di coltivazione


Le piante si possono ammalare anche a causa di errori di coltivazione, come irrigazione e concimazione troppo scarse o abbondanti, esposizione scorretta per le esigenze fisiologiche della pianta ( luce oppure ombra eccessiva); errori di innesto e di potatura. Questi errori si correggono imparando a conoscere ed interpretare i segnali inviati dalla pianta ( accartocciamento delle foglie, ingiallimento, sbiadimento o scottatura). L’accartocciamento indica un danno radicale, un terreno troppo secco e calore eccessivo e si combattere con il rinvaso e con il cambio dell’esposizione. L’ingiallimento indica, invece, un eccesso di innaffiatura e una carenza di azoto e luce e si risolve potenziando l’esposizione solare, concimando di più ed innaffiando di meno. Le foglie sbiadite sono segno di clorosi, spesso provocata da terreni troppo calcarei e da una concimazione carente di ferro e magnesio, a cui ovviare fornendo alla pianta le sostanze minerali mancanti. La scottatura si presenta con foglie di colore rosso, grigio o marrone. In questo caso bisogna solo ridurre l’esposizione solare della pianta.

Tumori delle piante


Anche le piante possono sviluppare dei tumori, ma a differenza dell’uomo, non si tratta di patologie primarie, bensì della conseguenza di infezioni batteriche e virali a sua volta provocate da attacchi di funghi e parassiti. I tumori delle piante, inoltre, non danno origine a metastasi perché le cellule tumorali delle stesse hanno una diffusione extracellulare. Tra i tumori secondari delle piante ricordiamo il tumore batterico causato dall’Agrobacterium tumefaciens che danneggia le radici e altre parti legnose della pianta. Il cancro delle piante attacca sia quelle ornamentali che quelle da frutto. La cura di questa malattia è prevalentemente di natura preventiva, ovvero praticando degli accorgimenti colturali che aiutino la pianta a resistere all’insorgenza del tumore. A tal fine si possono usare concimazioni ricche di fosforo e potassio. Il batterio responsabile del tumore si può combattere anche con la lotta biologica ricorrendo all’impiego di un batterio antagonista, l’Agrotacterium radiobacter K84.

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