Malattie da uranio. Areva condannata, una sentenza storica
Il colosso francese Areva è stato condannato da un tribunale di Melun, nel dipartimento di Seine-et-Marne, al pagamento di 200 mila euro di danni alla famiglia di Serge Venel, morto due anni fa in seguito a un cancro al polmone, all’età di 59 anni.
Si tratta di una sentenza a suo modo storica, dal momento che riconosce come malattia professionale quella contratta da Venel a causa del lavoro effettuato presso una miniera d’uranio della Cominak, azienda controllata dalla multinazionale dell’energia transalpina, che opera nella miniera di Akokan, nella regione nordoccidentale del Niger. L’uomo lavorò nel sito minerario tra il 1978 e il 1985, come capo macchinista.
In quel periodo inalò polveri radioattive, e anni dopo si ammalò.
«Spero che la decisione del tribunale possa fare molto, molto rumore, e aiutare le vittime che si sono rivolte ai giudici in altri processi», ha commentato Peggy Venel, figlia di Serge, che si è battuta per anni per ottenere questo risultato.
Formalmente, Areva è stata condannata in quanto considerata «co-datrice di lavoro» dell’ex dipendente di Cominak.
Una “novità” giuridica, sottolinea la stampa francese, che potrebbe aprire la porta a numerose altre richieste di risarcimento.
Ad oggi la compagnia gestisce quasi per intero la filiera nucleare francese. Dall’estrazione dell’uranio all’arricchimento, fino alla produzione e gestione dei reattori, e allo smaltimento delle scorie.
Circa la metà dell’uranio utilizzato dai reattori transalpini è importato dalle miniere del Niger.
[Niger. Arlit. Alcuni minatori di Soma nel residence della Società mineraria Somaìr, che possiede, insieme a Cogema, la miniera di Arlit, una delle zone principali per la produzione di uranio].