Il connubio tra medici o psichiatri accomodati e malavitosi che troppo spesso ha raggirato la giustizia è finito al centro della trentennale inchiesta di Corrado de Rosa. Il medico 36enne l’ha pubblicata nel libro “I medici della camorra”, pubblicato da Castelvecchi editore, a cui hanno partecipato con le loro testimonianze i magistrati Raffaele Cantone e Franco Roberti, lo psichiatra Mario Maj e lo psicoterapeuta Giacomo Lo Verso.
De Rosa affonda la lama nella piaga degli specialisti al soldo della criminalità. Tic ingigantiti, misteriose voci nella testa, semplici andature storte, depressioni tarocche che ritornano utili a boss, narcotrafficanti e killer per fuggire dal carcere o avere trattamenti di favore. Si arriva persino a somministrare medicinali per recitare meglio.
Il prezzo per corrompere uno psichiatra va dai 2mila ai 50mila euro, bazzeccole per il sottobosco fuorilegge. Ne hanno usufruito Cosa Nostra, Camorra, ‘Ndrangheta e la Banda della Magliana. Il primo a svelare l’arcano è stato il pentito Gaetano Guida, boss di Secondigliano:
Nel caso in cui la perizia veniva disposta dal magistrato, il mio medico, che mi faceva fare lo psicopatico, si informava di chi fosse il perito e lo convinceva a confermare la sua falsa diagnosi. E per questa attività riceveva ogni volta 10 o 15 milioni di lire.
Le malattie mentali spopolano tra i mafiosi, tant’è che si sprecano i soprannomi “O’ Pazzo” in quelli ambienti. Ad esempio Raffaele Cutolo, l’uomo che organizzò la Camorra. O ancora Michele Zaza, Vincenzo Mazzarella, Michele Senese e Alfonso Perrone.
Altri sono stati più originali. I casalesi Francesco e Walter Schiavone erano stati colpiti dall’epidemia di anoressia nel carcere di Poggioreale perdurata fino al 2001, data del blitz dell’Antimafia al servizio di neuropsichiatria. Il pluriomicida Giuseppe Setola, detto non a caso Peppe ‘O Cecato, grazie ad una diagnosi di maculopatia era riuscito a lasciare il carcere per una visita al centro oculistico di Pavia, da cui è puntualmente evaso. Tornato a Casal di Principe nella primavera del 2008, lui e il suo clan hanno lasciato per terra 18 corpi. Buona mira per uno considerato cieco. Ma si arriva addirittura alla farsa completa, ad esempio, sempre nel 2008, sono stati scoperti degli specialisti che facevano entrare a Santa Maria Capua Vetere delle compresse a preparazione galenica anfetaminosimili per ridurre l’appetito e simulare malattie alimentari.
La medaglia d’oro della beffa spetta a Luigi Cimmino, capocosca napoletano. Per anni si è finto pazzo, come racconta il killer Rosario Privato, con autentiche sceneggiate tipo entrate improvvise in Questura salvo poi domandarsi dove fosse o liti nate dal nulla. È stato condannato a 8 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso, ma questo non gli impedisce di ricevere una pensione di invalidità.
Psichiatri e medici deviati sono una minuscola minoranza. Nonostante i danni derivanti dalle loro azioni possano essere devastanti, sono sempre stati coperti da uno spesso muro di omertà, anche più dei mafiosi che aiutavano. Il libro di De Rosa ha come scopo proprio quello di far calare il sipario su questo teatrino indegno.