C’è poca trasparenza (si dice) e molta accondiscendenza nei confronti del FMI (Fondo Monetario Internazionale) da parte di Joyce Banda,che è presidente del Malawi da appena un anno.
E non è un’accusa da poco, nonostante sia stata molta la buona volontà dimostrata finora dalla donna in un contesto, che è senz’altro più che difficile e lo è per differenti aspetti.
L’accusa parte diretta dal Center for Social Concern, il centro studi dei missionari d’Africa di Lilongwe,la capitale del Paese africano.
Infatti, a detta dei risultati di alcune inchieste, condotte dal centro di cui sopra, la maggioranza della popolazione del Malawi è sul serio in grossissime difficoltà,oltre che per la crisi dell’agricoltura, messa impietosamente in ginocchio da una persistente siccità, la quale ha distrutto la maggioranza dei raccolti, anche per la continua svalutazione della moneta locale,che non ha potere d’acquisto.
E poi in quanto manca il lavoro per gli adulti (i capo-famiglia) e, soprattutto, per i giovani che sono impossibilitati così a pensare seriamente per se stessi a quello che potrebbe essere un probabile avvenire.
Senza dire della piaga dell’istruzione, anche quella primaria,che è deficitaria, specie in ambiti rurali, per la carenza di mezzi economici di cui disporrebbe il governo.
Per di più, tempo addietro, evidenziammo la scarsissima alfabetizzazione informatica del Malawi rispetto ad altri Paesi del continente, che non godono ugualmente di buona salute economica ma che,comunque, si sono sforzati di tentare un approccio al web per migliorare la qualità almeno dei servizi interni.
In contraddizione con questa povertà più che evidente (gli ospedali del Paese mancano persino di farmaci più comuni e di modesti strumenti, come uno stetoscopio, per rispondere ai bisogni dei malati) si sta pensando, in questi giorni, ai festeggiamenti solenni per la celebrazione dell’anno di presidenza della Banda.
E in aggiunta aleggia nel Paese anche il sospetto di corruzione(e quindi assenza conclamata di democrazia) legato alla morte del presidente Bingu wa Mutharika.
Una morte che parrebbe non essere stata naturale e per la quale i responsabili, finiti in carcere, a cominciare dal di lui fratello, sono successivamente tornati in libertà grazie al pagamento di generose cauzioni.
Insomma una situazione delicata, da osservare con attenzione e saper maneggiare con cura, per evitare di fare naufragio.
Lo si deve , sopratutto, alla gente comune che abita il Malawi.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)