<< Avevo quattro o cinque anni... Ero con i miei genitori al lago di Malciaussia, in val di Viù, forse non conosci il posto >>. Rivedo una strada sterrata, piuttosto stretta: da una parte le rocce, dall’altra lo strapiombo e mamma che guida con prudenza l’850. Ma quest’immagine mentale potrebbe tanto costituire un ricordo vero quanto rifarsi alle tavole dei fumetti che leggevo allora. << Non so per quale motivo, a un certo punto mio padre afferrò con le mani una trota che si era avvicinata alla riva. Forse voleva cucinarla per cena, vai a capire che gli era passato per la testa… La mise in auto, nello spazio compreso tra il sedile anteriore e quello posteriore, mentre ancora si agitava e si contorceva, con quella bocca aperta… Io cominciai a piangere, implorando che la lasciasse andare, e anche mamma protestò vivacemente. Mio padre si lasciò convincere, così prese il pesce e lo ributtò nel lago. Tornata nel suo elemento naturale, la trota si allontanò ondeggiando, ma non sparì subito alla vista: tornò lentamente un paio volte verso riva, dove io ero rimasto a osservarla, come se volesse ringraziarmi… >>.
<< Può darsi che io abbia innescato dei ricordi, Pim, ma se ci pensi bene hai raccontato qualcosa che è importante per te qui e ora. Emozioni, sentimenti… stati d’animo che contano nel presente. Questa narrazione costituisce come un’interfaccia tra questo tuo tempo attuale e ciò che è stato. Non precisamente uno specchio, se è a uno specchio che pensi… >>.
La vita mi concede sovente la grazia di incontrare persone le quali, non so per quale facoltà o miracolo, sanno toccare le corde profonde del mio inconscio. Non conta se mi conoscono da prima che nascessi oppure da un minuto appena. Senza bisogno di intermediari o convenevoli, appoggiano una mano sul mio cuore e cominciano una conversazione in una lingua arcaica, languida e sognante, fatta di segni intervallati da lunghi silenzi. Mi riconoscono ed io riconosco con sorpresa me stesso, come mai mi ero visto prima di allora. Mi donano qualche barlume di stella per continuare a cercare il senso fuggente della mia storia, quella traccia sottile che solo a tratti appare nel divenire dei miei giorni.