Torniamo a parlare di quello che ormai sembra essere diventato il binomio “giovani e precariato” e torniamo a parlarne come piace a noi: attraverso i libi – per la precisione – attraverso Malcom romanzo d’esordio di Massimo Cuomo.
Di solito dei libri si usa dire: “il titolo è tutto un programma”, ma in questo caso (stando alle numerose recensioni) è la copertina ad essere lo specchio esatto della trama di questo libro su cui ha molto scommesso la Edizioni E/O.
È la domenica più calda nella vita di Marcello Zanzini, trent’anni domani. La domenica di un luglio bollente che lo travolge dopo l’imprevisto licenziamento dalla BigBiz, l’azienda in cui sognava di realizzare una brillante carriera da manager. Trentasei giorni esatti da quello in cui Arianna l’ha tradito con un venditore di aspirapolvere. Fuma da un mese, Zan, si sottopone a improbabili colloqui di lavoro, e per tirare a campare mette all’asta su Ebay i mobili di casa e i ricordi più cari, come gli album di figurine Panini. Ma ecco che, in una piazza deserta nel pomeriggio afoso di questa domenica, un misterioso barbone gli regala una scheda telefonica che gli cambierà la vita.
La particolarità del romanzo, a nostro parere, sta proprio nella mano e nell’animo di chi lo ha scritto: Massimo Cuomo, infatti, la soglia dei trenta l’ha superata già da un pezzo e a quanto pare abbastanza bene – libero professionista nel mondo della comunicazione online – ha dato al suo romanzo un’impronta tutto sommato positiva, lasciando intraprendere al suo personaggio Marcello Zanzini “un viaggio che lo porterà a vincere il malessere in cui versa e a riprendere in pugno la propria vita”.
A differenza degli altri autori che vi abbiamo proposto per tematiche simili e che la precarietà l’hanno descritta in soggettiva, Cuomo sembra dirci che è possibile superare l’ostacolo di una maturità che si profila troppo incerta rispetto a quella che è stata offerta ai nostri genitori, trovando una propria dimensione in questo tempo.
Non a caso il destino del Zan è condizionato dagli strumenti della modernità – telefoni cellulari, Skype – che pur con tutti i loro aspetti negativi lo spingono ad agire.
E’ una vita che sogno di andare a Cuba, Marcello. Una vita. Oggi gli chiedo un giorno di ferie in più del previsto, uno solo, perché ho trovato un’occasione speciale, un volo che mi farebbe rientrare con un giorno di ritardo sulla riapertura del negozio, è vero, ma che è un affare pazzesco, imperdibile. E lui mi dice che non si può, che è meglio se mi organizzo una vacanza più semplice, tipo un tour della Sicilia o un last minute a Sharm.
Chiaro il concetto?