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Ci sono libri che conquistano qualcosa dentro di me, ma non saprei bene identificare cosa. Eppure, ne prendono possesso e difficilmente mollano la presa.
"Malefica luna d'agosto" di Cristina Guarducci [Fazi Editore] è uno di quei libri.
A dirla tutta, mi ha conquistato fin dalla copertina (voglio dire, guardatela! Ora provate a staccare gli occhi. Ci riuscite? Io no!)
La malefica luna d'agosto è la testimone di quello che accade in una villa signorile immersa nella campagna toscana in un tempo indefinito, anche se mi è sembrato di capire, da alcuni personaggi delle riviste della nonna, che fosse la fine degli anni '60, inizio '70 forse.
Sulla famiglia dei Conti Guastaldi aleggia una maledizione, o forse è solo il frutto di secolari incroci tra consanguinei: il primogenito possiede caratteristiche animali, sia nel carattere che nel corpo.
Quando la storia ha inizio, veniamo introdotti dalla voce narrante - l'inseparabile amica di Daria, la secondogenita Guastaldi - nella dimora gentilizia, dove Donna Marisa, la madre, spicca per una feroce bellezza e per la sensualità che non dà scampo, mentre la nonna resta immersa nella lettura dei rotocalchi, ben attenta a non perdere di vista Piermaria, il cagnolino in cui, secondo lei, è trasmigrata l'anima del marito morto da giovane; Daria viene descritta come un essere dotato di più virilità di qualsiasi uomo presente in casa e di una forza insolita per la sua età, mentre Laura, per tutti "la Laurina" la figlia minore, a tredici anni è in grado di assoggettare con un solo sguardo e col suo portamento un buttero adulto e smaliziato.
La pigra estate toscana, calda, dai colori forti, è interrotta da un evento inaspettato: l'arrivo di Ugonotto Guastaldi, il marito di Donna Marisa, detto il Cavaliere, in sella al suo arrugginito Solex, che si presenta in uno stato pietoso, delirante e spaventato: qualcuno sta per tornare.
Fin dalle prime righe, Cristina Guarducci riesce ad istillare nel lettore la sensazione che qualcosa di oscuro aleggi sui personaggi e sulle cose e quando compare la figura maestosa e spaventosa di Gaddo Guastaldi, con le sue enormi ali da pipistrello, tutto trova un senso. Tuttavia, non sono riuscita ad esserne spaventata, quanto piuttosto attratta, e quella sensazione di oscurità e paura mi è sembrata essere il presentimento delle passioni brucianti, animalesche e incontrollabili - non solo da un punto di vista sentimentale e sessuale - che, con Gaddo, arrivano nel romanzo.
La malefica luna d'agosto, con la sua luce spietata, svela la natura animalesca in quegli esseri che sembrano umani e invece lo sono meno di quelli che hanno evidenti caratteristiche animali.
Forse è per questo che, quel senso di attesa della paura che doveva sempre arrivare e che sembrava non volermi abbandonare dalle prime pagine, all'improvviso mi ha fatto sorridere. Questa è la verità che cerchiamo tutti di nascondere: siamo animali che fingono di essere umani e abbiamo paura di quelli che mostrano il loro lato animalesco perché non possono fare altrimenti.
La scrittura di Guarducci traccia una storia che si muove, agile come una pantera e altrettanto crudele, tra passato e presente narrativo, fitta di intrecci familiari, interessi economici e invidie nobiliari, e lascia una traccia nel lettore che è come una cicatrice che non è facile da rimarginare.
"Malefica luna d'agosto" è il primo libro che leggo di Cristina Guarducci, ma sul sito della casa editrice ho trovato altri due suoi titoli - Mitologia di famiglia e Nonchalance - che mi incuriosiscono molto e che, secondo me, portano in sé lo stesso seme di paura e attrazione di fronte alla natura nascosta degli esseri cosiddetti umani.
Leggete "Malefica luna d'agosto" se avete voglia di un libro solido, con uno sguardo ironico verso le debolezze umane, leggetelo soprattutto se avete bisogno di personaggi potenti e difficili da dimenticare.
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