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Mali, giornalisti francesi uccisi. Riunione all’Eliseo

Creato il 03 novembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Riunione d'emergenza dell'Eliseo dopo il rapimento e l'uccisione dei due giornalisti francesi in Mali. Si sospetta la pista ribelli Tuareg.

Photo credit: The U.S. Army / Flickr / CC BY 2.0.

Giornalisti francesi uccisi in Mali. Dopo l’uccisione in Mali dei due giornalisti francesi di Rfi Claude Verlon e Ghislaine Dupont, il presidente francese François Hollande ha convocato una riunione d’emergenza all’Eliseo con i suoi vertici per fare il punto della situazione. Alla riunione si sono ritrovati il ministro degli Esteri Lauren Fabius, il ministro della Giustizia Chistiane Taubira e il capo dei servizi di sicurezza estera. I due giornalisti francesi erano stati rapiti sabato scorso attorno alle ore 13.00 a Kidal, a nord del Mali. I due inviati si erano recati nella città per intervistare uno dei leader del movimento Tuareg MLNA, gruppo ribelle islamista. Secondo il governatore della città, i due giornalisti sarebbero stati rapiti da quattro uomini, che si trovavano a bordo di una Toyota. Secondo alcune testimonianze i rapitori parlavano una lingua tuareg e indossavano dei turbanti. Nonostante il tentativo da parte delle forze armate francesi, di stanza in Mali da gennaio, di intercettare i rapitori con una pattuglia e due elicotteri, i due giornalisti non sono stati salvati e un paio di ore dopo il rapimento sono stati ritrovati i due corpi senza vita, con diverse ferite di arma da fuoco, a circa 12 chilometri dalla città. La redazione dove lavoravano i giornalistica rilasciato un comunicato: ”le redazioni di Rfi e del gruppo France Medias Monde sono sotto shock, profondamente tristi, indignate e in collera, e il loro pensiero va alle famiglie dei colleghi e amici”. Il consiglio di Sicurezza dell’ONU ha condannato fermamente il rapimento e l’uccisione dei due giornalisti francesi. I membri del consiglio hanno espresso in un comunicato “le loro condoglianze ai familiari delle vittime e al governo francese. In accordo con il diritto internazionale i giornalisti, i professionisti dei media e le altre persone coinvolte in missioni di lavoro pericolose nelle zone di conflitto armato sono generalmente considerati come civili e devono essere rispettati e protetti in quanto tali”.


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