A volte le immagini riescono a metterci in comunicazione con un mondo completamente inaccessibile e che, pertanto, è reale. L’armata resuscitata dei cacciatori del Mali arriva da lontano: questi uomini coperti di amuleti, di talismani e armati sembrano arrivare da mondi lontani e vivono da sette secoli. Sono l’eredità dei corpi d’élite dell’impero del Mali. Si vestono allo stesso modo e obbediscono alle stesse leggi dei cavalieri e dei soldati del re Soundjakata Keita (1190-1255), quando l’impero si estendeva dal Sahara sino alla foresta equatoriale, dall’Atlantico alla bocca del fiume Niger. Questi cacciatori sono usciti dall’ombra dopo sette secoli, costituendo una sorta di fiume sotterraneo e transnazionale che ha irrigato con i suoi valori una grande parte dell’Africa attuale. Uomini atavici, primitivi, sanguigni, che con le loro iene ci trasmettono una forza palpabile, violenta, che ci viene lanciata a forza con delle immagini. Si rimane assolutamente affascinati da questi visi, da questi corpi, che ci osservano dalla penombra delle loro capanne e ci parlano silenziosamente.