Mali / Le sanzioni economiche dell'Ecowas, l'avanzata dei tuareg e nessun aiuto dalla Francia

Creato il 03 aprile 2012 da Marianna06


Con le sanzioni economiche imposte d'imperio nella giornata di ieri, a Dakar,in Senegal, dall'Ecowas ai militari golpisti e, per estensione al Paese intero, la situazione della popolazione maliana si fa minuto per minuto altamente drammatica.

E questo anche perché nei giorni passati, immediatamente dopo il golpe del 22 marzo, era già difficile reperire quel minimo di alimenti, benzina e quant'altro fosse necessario per sopravvivere nella normale quotidianità.

Si può immaginare allora cosa significhi oggi essere completamente a corto di viveri.

Senza contare poi il timore di finire vittime di pallottole vaganti nel caso ci si trovasse ,al momento sbagliato, nel posto sbagliato.

Inoltre non esiste possibilità alcuna di uscita dal Paese ,perché le frontiere ai confini sono definitivamente chiuse. E i controlli risultano rigidissimi.

Analizzando attentamente i fatti c'è da dire che questo golpe militare presenta delle connotazioni assurde.

I militari ribelli  e il loro comandante ripetono ancora, quasi per giustificarsi, le solite trite motivazioni iniziali ma si mostrano privi di preoccupazione per il peso umano , economico e sociale che la cosa comporta ,nella fattualità concreta, per i civili inermi.

Avrebbero invece, come avevano fatto intuire inizialmente,dovuto svolgere opera di mediazione con le forze politiche ufficiali maliane ma non lo hanno fatto.

Intanto i ribelli che rivendicano l'Azawad, i Tuareg e  altre etnìè loro alleate, stanno avanzando, ora dopo ora , verso il centro e il sud del Mali e, per giunta, senza incontrare alcuna resistenza.

Timbuctu, la storica città,  ma anche Gao e Kidal sono state occupate senza colpo ferire e la gente, quella che ancora riesce a comunicare, racconta di violenze e di saccheggi, di paura e di morte.

Il nemico pare che non rispetti  nemmeno i bambini tanto che si ha notizia di un asilo dell'organizzazione umanitaria SOS, che è stato abbandonato in tutta fretta per evitare appunto una eventuale e possibile carneficina.

Il pericolo imminente adesso è che l'avanzata possa nelle prossime ore spostarsi dal centro del Paese verso Bamako, la capitale, e raggiungere e occupare il sud, mettendolo a ferro e a fuoco.

A quanto pare, a complicare il tutto, si vocifera inoltre che si siano verificati anche scontri tra tuareg e gruppi islamici di opposizione.

La cosa peggiore restano comunque le sanzioni economiche, che sono sempre da deprecare, anche in situazioni estreme.

Con esse, infatti, si punisce la popolazione civile già ampiamente provata dagli enormi disagi del caso, e non certo gli autentici responsabili della conflittualità in atto.

Francia e Occidente ovviamente non muovono un dito, stanno alla finestra adducendo le proprie motivazioni, tutte giustificabili, perché legate alla crisi economico-finanziaria, che ha investito, e malamente pure, l'Europa.

Insomma, oggi come oggi, non c'è trippa per gatti.

E il Mali non può contare, per risolvere la sua crisi politica, nemmeno sull' aiuto degli ex-colonizzatori.

Così va il mondo.

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukudimana)


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