Per il suo secondo lungometraggio, Kevin Smith non cambia troppo formula e non cambia l'efficacia.
Abbandonati i commessi al loro destino (che riprenderà 12 anni dopo), i protagonisti di quest'altra commedia ricca di ironia, sono due giovani e le loro difficoltà in amore.
Uno, T. S., il più serio, si vede mollare dalla ragazza poco prima di chiederle di sposarla, l'altro, Brodie, bambinone in fissa con fumetti e videogiochi, viene lasciato per il suo modo poco intraprendente, e sostituito con il bisteccone di turno.
Unite le forze, i due si fionderanno al centro commerciale della città, vera mecca per i giovani, cercando di riconquistare le loro belle.
Gli incidenti e gli equivoci pioveranno così in tutta la genialità e l'assurdità che sono il marchio di fabbrica di Smith, senza contare la giusta dose di mondo nerd incarnata dalla presenza di Stan Lee nel cast, nel ruolo di se stesso.
Gli attori principali sono poi delle piccole icone degli anni '90, con Jeremy London che poi "esploderà" in Party of Five e la Brenda di Beverly Hills prima, e la strega poi, Shannen Doherty, più Claire Forlani che farà perdere la testa a Brad Pitt in Vi presento Joe Black. Prima apparizione, poi, per il giovane Ben Affleck che sarà poi un aficionados di Smith.
A differenza del film di esordio, però, questo Smallrats appare fin da subito minore, non tanto per il modo in cui è stato girato, quanto per le trovate e la trama in sé.
Una commedia romantica e divertente, con tanto di happy end e di spiegazione finale che lo collocano nella categoria dei film ben riusciti ma non così indimenticabili, nonostante scene topiche come la veggente in topless e la quindicenne alle prese con una ricerca sul sesso, o ancora il povero Willam che non riesce a vedere una barca in un disegno tridimensionale.
Certo, il fattore in più sono sicuramente i dialoghi, che anche qui sono infarciti di dosi massicce di ironia, con i due protagonisti che per il loro carattere fanno il verso a Dante e Randal.
Non mancano poi gli assurdi Jay e Silent Bob, coinvolti nel piano machiavellico di riconquista che prevede l'uso della forza Star Warsiana.
Nel suo complesso, quindi, Smallrats è godibilissimo e regala risate a non finire, ma vuoi per essere il fantomatico "secondo", o vuoi per l'effetto dirompente fatto da Clerks, resta e resterà il suo fratello minore.
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