Centocinquantanove euro per dormire sette-otto ore (prima colazione esclusa) sono una cifra che già da sola può far passare una notte agitata. Ma se all’idea del conto da incubo si aggiunge anche l’ansia di svegliarsi con una bella nidiata di piattole addosso, la notte inquieta è garantita.
Arrivato allo Sheraton dell’Aeroporto di Malpensa al solo fine di buttarmi su un materasso e poi salire fresco e riposato sul mio volo per gli Stati Uniti, mi sono accomodato nella camera 2061 di questo casermone a quattro stelle pronto a crollare in un meraviglioso sonno deluxe.
L’accoglienza è degna di un europarlamentare: facchino che ti porta le valigie senza nemmeno pretendere la mancia, buffet di benvenuto sulla consolle della camera, televisore al plasma con ampia gamma di film porno etero, gay e transex, room service a disposizione 24 ore su 24, se per caso di notte, complice la cena frugale o il film porno, ti venisse quel leggero languorino.
E poi tutta una serie di brochures, depliants, e leaflets vari che ti invitano ad approfittare delle infinte facilities della struttura, dalla palestra al lounge bar, dalla SPA con massaggi e bagno turco alla visita guidata a Casa Borghezio.
Infine, ovviamente, il volantino ecologista con l’invito al risparmio energetico:
“Per soddisfare al meglio le vostre esigenze, vi consentiamo di scegliere la frequenza del lavaggio di lenzuola, federe ed asciugamani. Effettuando i lavaggi solo quando richiesto, possiamo ridurre i consumi di acqua, detersivi e cloro”.
Apprezzo sempre molto gli slanci biocompatibili degli alberghi in cui pernotto, anche se devo ammettere che, tendendo per natura alla dietrologia, ho sempre il sospetto che il risparmio per le mie lenzuola poco pulite raramente sia davvero fatto a beneficio dell’ecosistema.
Fin qui comunque tutto normale. Peccato solo che, a dare un tocco thriller al mio arrivo in stanza, accanto al suddetto talloncino ne abbia trovato un altro che recitava così:
“Come da vostra richiesta, non abbiamo cambiato la biancheria da letto. Se desiderate che venga cambiata domani, vi preghiamo di lasciare in vista sul letto il cartoncino E’ ORA DI CAMBIARE”.
Insicuro di me come sono sempre, ho prima telefonato all’agenzia di viaggi per chiedere se per caso non l’avessimo davvero richiesto noi, di non cambiare le lenzuola, come per una perversa attrazione sessuale per i sudori altrui. Avuta conferma che nessu trattamento particolare di tale genere era stato fatto, ho ovviamente chiesto chiarimenti alla Reception, ottenendone tutte le rassicurazione del caso, nonché l’offerta di cambiare stanza, magari prendendone una in cui le lenzuola non fossero comunque state cambiate, ma nella quale, per lo meno, la cameriera non si fosse dimenticata di rimuovere l’apposito cartellino.
Eseguite le debite ispezioni delle lenzuola e appuratomi che nessuna macchia di giallo mistero potesse turbare la mia serenità notturna, ho accettato di rimanere nella stanza 2061, mettendo da parte il lato più malpensante di me, anche memore del fatto che io, tra l’altro, non ci ho mai creduto, alla storia di quella mia amica che, abituata a dormire completamente nuda, raccontò al fidanzato di essere rimasta incinta di uno sconosciuto pernottando in un albergo dove, evidentemente, non erano state cambiate le lenzuola.
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