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Quando ero bambina, immaginavo che a 25 anni avrei avuto già un bambino, o una bambina.
Mi immaginavo mamma perché era questa l'età in cui i nostri genitori avevano fatto il grande passo. Sono cresciuta, sono maturata e ho compiuto 25 anni, ma non sono una mamma ... Non ancora.
Oggi cercherò di raccontarvi, e raccontare anche a me stessa per la prima volta, l'affetto incondizionato, la casa, l'amore, il buon profumo del cibo che ti nutre. Oggi Qualsivoglia festeggia intimamente le mamme che sono e quelle che saranno.
Non voglio rischiare di cadere nel banale elogiando solo il duro lavoro che si affronta nel nuovo percorso materno: la fatica di essere una donna in carriera e una mamma, i conti a fine mese che non tornano, i sacrifici, le continue spese... Non voglio elogiare la fatica, voglio elogiare la BELLEZZA ! Una bellezza imperfetta ed eterea, estremamente luminosa.
Profumi.
Ginocchia sbucciate.
Mani che accarezzano.
Mani che stringono.
Le guance rigate di lacrime.
Baci.
Caldo.
Il buono.
Questi i dettagli di cui voglio parlarvi: piccoli gesti pieni d'amore, che non hanno bisogno di essere accompagnati da parole.
Un gesto semplice: rientrare a casa in un gelida sera d'inverno e trovare il pigiama sul termosifone e provare quel piacere infinito della maglia calda che avvolge la pelle, basta così poco per farti stare bene.
Un gesto appetitoso: trovare il tuo piatto preferito in tavola quando sei stato via da casa per talmente tanto tempo che per poco non ti dimenticavi il profumo della tua vita. Ho sempre pensato che una delle domande che fa capire che una persona ci tiene a te sia "hai mangiato?" seguita poi da, senza neanche sentire la risposta, "ti preparo qualcosa".
Un gesto mattutino: la caffettiera già pronta per essere accesa sul fornello.
Le cadute in bici e la premura con cui LEI ti soffiava sulle ginocchia per non farti sentire il bruciore e la naturalezza con cui ti diceva "non è successo niente" ... e tu ci credevi.
E chissà noi come saremo. Sorrido pensando al fatto che se mai avrò una figlia femmina, molto probabilmente, non la farò mai uscire di casa fino ai suoi 18 anni. L'ansia e l'apprensione sarebbe troppa da sopportare quando uscirà da adolescente e mi domando "ma mia mamma come faceva a lasciarmi uscire da sola con le amiche quando avevo 13 anni? ... 13 anni non sono nulla, a 13 anni si è ancora piccoli eppure mi sentivo tanto grande allora..." Come faceva? Si preoccupava, come è normale che sia, ma non lo diceva, ecco come faceva. Ma io penso che opterò per il pedinamento, così, per essere più sicura.
Forse preparerò i pancake con i miei figli e non so perché mi siano venuti in mente proprio i pancake, forse perché per girarli si possono lanciare in aria imitando i grandi chef e lasciare che cadano rovinosamente per terra invece che nella padella. Sentirei così le loro risate fragorose e capirei che basta il suono della loro risata per essere felice.
Li lascerò impastare la pizza e sporcare di farina, sporcare di buono... e poi farò pulire la cucina al loro papà mentre noi guardiamo i cartoni.
Quasi sicuramente sarò anch'io una mamma che, nelle sere fredde, mette il pigiama dei bambini sui termosifoni; è un gesto troppo bello per perderlo nel tempo.
Lascerò che colorino e disegnino sulle pareti, per farli sentire liberi e capire che l'arte e la creatività nascono dalla libertà di essere se stessi... poi lascerò sempre che il papà pitti di nuovo le pareti.
Smonteranno i loro giocattoli e le radio vecchie, chissà forse mi diventano due ingegneri... poi lascerò che il papà ricompri i giocattoli, sei stupendo papà chiunque tu sia!
Saranno due, o forse più di due, o forse solo uno, o forse adotterò, ma comunque saranno, saremo, sarò mamma.
Così dovrebbe essere, questo mi piacerebbe festeggiare oggi: il sorriso che nasce spontaneo sulla faccia quando immaginiamo di essere MAMMA.
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