La domanda che sottosta a tutto il libro è: chi ci guadagna se i figli dell’occidente industrializzato sono obesi? Chi ci guadagna dall’ambiente obesogeno?
Se un bambino è obeso (e le statistiche ci dicono che i casi aumentano a vista d’occhio) sembra che sia sempre colpa della mamma. O almeno questo è il pregiudizio che frulla nelle teste della gente che vede un bambino cicciotto. E invece la situazione è molto più complessa.
Per capire e prevenire l’obesità nei bambini bisogna capire la situazione in cui si trovano a vivere le madri d’oggi.
Esiste una relazione tra il tempo passato dalla madre al lavoro e la probabilità del figlio di sviluppare un peso eccessivo.
E ancora:
Per far muovere i nostri figli ci vuole tempo.
Senza parlare delle aspettative che pesano sulla mamma che viene
valutata come persona a partire dalla sua partecipazione e dal successo che ottiene nel ruolo materno.
Per non parlare, poi, del marketing e della pubblicità che puntano ormai spudoratamente sul “fattore assillo”, cioè si rivolgono direttamente al bambino, sapendo che poi questo piccolo animale demoniaco assillerà il genitore per farsi comprare le caramelle che si trova a livello di naso una volta arrivato alla cassa del supermercato (eh, ma qui, cari i miei cazzoni di markettari, vi frego: il NO lo so dire anch’io… magari mi fregate da altre parti, ma i Twix e Duplo possono sciogliersi sotto i neon, per me).
Insomma, se i bambini occidentali sono sempre più grassi, ciò è dovuto ad un mix di ragioni culturali, emotive, politiche, economiche. Ragioni che a loro volta sono dovute a un mix di ignoranza e malafede.
Ognuno si difenda come può. L’informazione, comunque, resta la base.