Mamma, gli animalisti!

Da Eloisa @EloisaMassola
Diciamocelo: con le notizie che si sentono, c'è poco da stare allegri. L'abolizione del referendum sulla caccia in Piemonte, la strage dei cani in occasione degli Europei di calcio, l'estenuante battaglia per la chiusura di Green Hill e contro la vivisezione...
Essere "animalista", di questi tempi, è un mestiere difficile e non nascondo che a volte mi lascio prendere dallo sconforto: mi sento una gocciolina minuscola in un mare di indifferenza.
Eppure, a ben vedere, qualcosa si sta muovendo. L'opinione pubblica sta prendendo maggiore coscienza riguardo a certe tematiche: ci si informa di più, si vuole sapere. In molti ormai ricercano prodotti cruelty-free. Altri si oppongono alla crudeltà dei palii e delle sagre di paese. Altri ancora (forse seguendo l'esempio di molti personaggi illustri, che in quest'ultimo periodo si sono offerti come testimonial di importanti campagne animaliste o hanno rilasciato pubbliche dichiarazioni in difesa degli animali) hanno scelto di abbracciare uno stile di vita veg*.
Brad Pitt - All'ultimo festival di Cannes, ha richiamato l'attenzione del pubblico sulla violenza della società in cui viviamo, portando come esempio anche la brutalità delle tecniche di macellazione.
La mia è solo un'impressione da eterna sognatrice? Non credo.
Piccoli segnali sembrano infatti rivelare che questa nuova presa di posizione da parte dei "consumatori" fa paura, eccome.
Si pensi ai frequenti attacchi dei politici alle campagne animaliste più partecipate: non molto tempo fa Giovanardi sferrò alcuni violenti attacchi verbali al movimento antispecista, sottolineando sia l'importanza dei prodotti animali (carne, pellicce, cuoio e pellame) nella filiera industriale sia la necessità di testare i farmaci sugli animali prima di immetterli sul mercato. (Fonte: Quotidiano.net.)
Oggi le sue tesi aberranti sono contenute in un saggio intitolato Viene prima l'uovo o la gallina? edito da KOINè - Nuove edizioni.
Né Giovanardi è l'unico a contestare i princìpi dell'antispecismo: tempo fa, nella rete e sui social network circolava l'elenco di tutti i deputati che si sono schierati apertamente a favore della vivisezione. E come dimenticare l'exploit di Rossana Boldi e compagni - che addirittura si sono presi il disturbo di venire a lasciare un commento (poco gradito) su questo blog?
Quanto alle aziende produttrici, non ho potuto fare a meno di notare l'arrogante (per quanto sottile) presa di posizione di Procter&Gamble che, forse, di fronte a tante donne ormai attente a ciò che acquistano, si sente tremare la terra sotto i piedi. Così, dapprima ha cominciato a inserire il suo marchio detestabile al termine degli spot pubblicitari dedicati ai singoli prodotti - cosa che finora non era mai successa; per poi esporsi direttamente in quanto multinazionale, con uno spot strappalacrime dedicato ai Giochi Olimpici di Londra 2012 (di cui è sponsor ufficiale).

«Il mestiere più difficile è anche il più bello. Grazie mamma» recita la frase finale: davvero riprovevole (ma la P&G non è nuova a questo genere di ipocrisia!) far leva sul sentimento materno da parte di una multinazionale priva di ogni scrupolo, che commissiona test crudeli sugli animali e immette sul mercato prodotti di qualità scadente. (Qui l'elenco dei prodotti P&G.)
Sicuramente una simile ostentazione di falsità lascia perplessi e costernati. Ogni volta che vedo quel dannato spot, mi viene voglia di cambiare canale - o di accendere la radio.
Al tempo stesso, però, mi soffermo a pensare che forse i poteri forti (politici, industriali) hanno tanto bisogno di ribadire le loro idee obsolete e consumistiche perché la gente si sta svegliando. Poco alla volta, come un gigante addormentato da decenni - e con segnali tuttavia inequivocabili.
Per la prima volta dopo tanto tempo, i poteri forti iniziano a tremare. Chissà, può darsi che, come molte volte è accaduto nella storia, questo bel potenziale si risolva poi in una bolla di sapone, in un nulla di fatto... Ma per il momento è qui, fra le nostre mani, vivo e pulsante. E' nostro dovere usarlo al meglio.
Dopotutto, la nostra è una battaglia importante - perché è una battaglia di civiltà.

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