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Mamma, ho preso l’aereo!

Da Babbonline @babbonline

Mamma, ho preso l’aereo!Quando si parla di ferie con i bambini piccoli di solito ci sono due posizioni contrapposte. Da un lato i genitori che non si muoverebbero mai con un bambino piccolo se non per una spiaggia vicinissima. Principalmente per comodità propria, troppo complicato organizzarsi tra biberon, passeggino, scalda pappa, ecc. In genere sono coppie non abituate a viaggiare neanche prima dell’arrivo dei pargoletti. Dall’altro troviamo quelli che viaggiano ovunque anche con i bimbi piccoli. Li vediamo in giro, anche nelle città d’arte con passeggini ultraleggeri e, i più attrezzati, con porta bebè sulle spalle. Per lo più sono stranieri. Gli italiani non si adattano molto nei viaggi. In generale, figuriamoci con i bambini. Un po’ di adattamento ci vuole, da parte di tutti.I primi criticano i secondi dicendo che questa voglia di viaggiare è solo egoismo dei genitori, che i bimbi hanno equilibri molto precari che è bene non mettere alla prova. Gli altri affermano convinti che è solo un problema di organizzazione e di flessibilità dei genitori, basta usare il buon senso. Che i bambini fanno esperienze e si abituano molto più facilmente di quanto possiamo pensare e, comunque, molto meglio dei genitori.
Tra questi due schieramenti noi ci troviamo in mezzo. Né sostenitori della vacanza con i piccoli ovunque e a tutti i costi né da ferie sotto una campana di vetro.  Così abbiamo deciso di provare il nostro primo viaggio in aereo con la piccola di 21 mesi. Dopo un paio di vacanze utilizzando come mezzo di trasporto la nave perché ci permetteva di imbarcare la nostra auto piena all’inverosimile di tutto l’occorrente, trasformata in una sorta di negozio per neonati su quattro ruote. Poi, complice un’offerta imperdibile, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo trovato il coraggio di partire per una meta che fosse adeguata alla sua età.Quando si va in aereo ci sono diversi tempi “morti” che non si possono più utilizzare per schiacciare il famoso pisolino, come si fa da viaggiatori senza prole, ma bisogna cercare di ravvivarli per i bambini. Dall’attesa in aeroporto, che comunque la possibilità di muoversi rende vivibile, al volo vero e proprio: il  problema reale. Abbiamo portato piccoli giochi, libri e matite per colorare. Ma la curiosità era troppa. C’era da guardare cosa facevano le hostess, cosa c’era nei carrelli che passavano e chi fossero gli altri passeggeri. Poi c’è quel bel corridoio stretto stretto che sembra fatto apposta per andare avanti e indietro.Ad un certo punto un signore distinto si è avvicinato e con voce impostata mi ha detto: “Siamo in fase discendente e da medico le consiglio di dare il ciuccio alla bambina.” Ho ringraziato, anche se francamente non si percepiva affatto che l’aereo stesse diminuendo la quota. Non ho avuto la forza ed il tempo di rispondere che avevamo passato serate su internet per leggere tutte le implicazioni del volo per i bambini piccoli e che avevamo portato 2 ciucci di scorta, dell’acqua e qualcosa da mangiare (espedienti che servono per far deglutire i bimbi nelle fasi di salita e discesa dell’aereo per evitare problemi alle orecchie). Chissà cosa avrà pensato: “I soliti genitori improvvisati! Forse era del partito di quelli che “con i bimbi piccoli non si viaggia”.  Durante il volo di dormire non se ne è neanche parlato. Il sonno è stato trattenuto con tutti gli sforzi possibili finché non ha toccato il seggiolino dell’auto a noleggio.
Quindi per chi sta pensando alle ferie per la prossima estate ed è indeciso su dove andare con i figli piccoli, e magari si chiede se valga la pena prendere l’aereo, mi viene da dire come nel film “Frankenstein junior”: “SI PUO’ FARE!

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