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Mamma imperfetta

Da Odio_via_col_vento

 

Mamma imperfetta

Paul Postazs, Family

 

Chissà come davvero mi percepite, adesso che le adolescenze con le loro fisiologiche ribellioni sono passate, adesso che della dolcezza e delle coccole dell'infanzia c'è solo un vago ricordo, stemperato nella nostalgia.

Quando qualcuno di voi avanza una vaga idea di un futuro di famiglia e figli, mi immagino che sia perché è stata bella l'idea di famiglia che vi abbiamo trasmesso: e ne gioisco.
Scioccamente, perché, in realtà, molta di quella "famiglia" l'avete fatta voi, i figli, ben più che noi, i genitori.
Eravate voi, con i vostri bisogni, i vostri rifiuti, la curiosità e l'attaccamento alle tradizioni (fosse anche solo contare le mattonelle che separavano la cucina dalle camere o mettere i posti a tavola sempre in una certa maniera), le domande e quell'affidarsi spontaneo, che ancora talvolta affiora, a creare un vincolo irrinunciabile e unico che ci teneva insieme molto più del nostro crederci e del nostro impegnarsi.

Quando qualcun'altro, che invece potrebbe, svicola abilmente da ogni allusione a creare una famiglia, allora mi creo sensi di colpa e rimproveri e mi domando se il nostro essere tanti, sempre e ovunque, famiglia stretta e famiglia allargata, non abbia ingenerato un senso di soffocamento e di eccesso.

Poi penso a quelle tavolate infinite, ai giochi e agli scherzi e ai nomignoli che continuano, si perpetuano nelle generazioni; penso alle vacanze lunghissime delle estati passate, gelati e frutta che sa di sole, libertà a mare; penso all'insegnare e all'appprendere: latino, sì, il "maledetto", ma anche nuotare e andare in bicicletta, allacciarsi le scarpe, mescolare i colori, passare il check in di un aeroporto.
Penso che si insegna e si apprende in tanti modi diversi, in momenti canonici e in momenti sbagliati, quando ero perfetta e quando ero ben lungi dall'esserlo, dalla pace e dal litigio, dalle discussione e dalla condivisione.

Penso che qualcuno di voi ha imparato la determinazione e la volontà, l'inseguire i propri sogni e realizzarli.
Qualcuno ha imparato la dolcezza e la tenerezza, il pigro vagare con la mente e l'amore per il bello e la creatività.
Qualcuno ha imparato la libertà, quanto costa e quanto è cara, lo spirito critico esaperato, il rimandare le noie all'infinito per poi cavarsi di impaccio all'ultimo minuto.
Qualcuno ha imparato quel senso di sospensione verso l'ignoto, il chiudere le porte sul proprio privato, allontanare con un sorriso chi cerca di intrufolarsi nella tua vita, la gelosa difesa ad oltranza dei sentimenti e dei rapporti.

Qualcosa che passa col DNA, qualcosa che si impara vivendo insieme; qualcosa che si imita, qualcosa che si costruisce autonomamente.

Questo ho potuto offrirvi, nella mia imperfezione, nel mio fuggire, talvolta, nel mio essere mamma troppo presto e, forse, troppo tardi, nel mio volere tutto e troppo.
Chissà come mi percepite voi, cosa ricordate e cosa valutate.
Non ci possono essere i bilanci dei sentimenti, di un rapporto tanto grande e tanto complesso, della crescita della vita autonoma di un individuo. Meglio che non ci siano.
Chissà. 

 


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