Ricordo i primi mesi di vita di Davide. Ricordo l'amore che brillava nel mio cuore. La gioia della scoperta in ogni suo piccolo progresso. Ricordo il senso di gratitudine per quello che era diventato un nuovo senso della mia vita. In tutto ciò ricordo anche la stanchezza e la solitudine delle lunghe giornate trascorse insieme, solo io e lui. Interminabili e a volte monotone giornate. Ricordo il senso di avvilimento quando non riuscivo a comprendere e a placare il suo pianto e quello di frustrazione quando mi rendevo conto che il tempo esclusivo per me, per il mio compagno, per le mie passioni, si era ormai quasi completamente azzerato. Mi sentivo risucchiata da una vita che non sentivo mia.
Poi naturalmente le cose sono cambiate ed il baby blues ha lasciato il posto ad un baby jazz e quindi ad un baby rock. E poi l'ho capito che mamma non si nasce. Mamma si diventa attraverso gli errori, le sconfitte e le conquiste di ogni singolo e prezioso giorno.
Ed è così, che in una specie di piccolo esercizio preparatorio mentre attendevo l'arrivo della mia bambina immaginavo che una volta nata avrei dovuto rivivere con lei il faticoso percorso che feci al tempo per imparare ad accogliere e ad accettare profondamente il mio primo bambino. In questo, anche il solo pensiero mi terrorizzava.
Aurora è arrivata ed inaspettatamente ho scoperto che l'esperienza della maternità può essere vissuta in modo più leggero.
Sicuramente conta il fatto che diversamente da Davide lei sia nata in primavera piuttosto che in autunno perchè io, figlia dell'estate, come ormai già ben sapete, nelle stagioni calde sono molto più luminosa, ottimista e piena di energie. Conta il fatto che sebbene come allora Giacomo torni sempre a casa dal lavoro molto tardi, io oggi possa godere della vicinanza e del sostegno fisico e morale di mia sorella, senza parlare della compagnia di Davide che oltre a tenermi bella impegnata mi consente anche di svagarmi e non concentrarmi solo e costantemente sulla piccolina. Conta il fatto che almeno fino ad ora Aurora sembri essere una bambina poco richiedente. E' pacifica, serena, piange solo per qualche comprensibile disagio e, senza dirlo troppo ad alta voce, la notte dorme. Conta più di tutto che rispetto a quattro anni fa io sia cresciuta imparando a offrire il mio tempo, il mio amore e le mie energie in una forma di dedizione che non prevede aspettative e dunque delusioni. Conta che il rapporto genitore-figlio oggi viene da me vissuto in modo più sereno ed equilibrato, senza troppe ansie o tormenti.
Sicuramente con un terzo figlio potrei migliorare... ma per il momento direi di fermarci qui! :-)