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«Mamma, papà... sono gay»: respinto, tenta il suicidio lanciandosi da un cavalcavia. ...

Da Ganimede
tratto da: www.ilgiornaledivicenza.it del 05 gennaio 2012 

«Mamma, papà... sono gay»: respinto, tenta il suicidio lanciandosi da un cavalcavia. Accade in provincia di Vicenza

Immagine tratta dal film "Prayers for Bobby", che narra di una storia vera in cui un ragazzo omosessuale muore gettandosi da un cavalcavia perchè non accettato dalla propria famiglia.

Un giovane, sconvolto, ha cercato di buttarsi da un cavalcavia fra le automobili della strada del Melaro. Il ventenne aveva rivelato ai suoi di essere omosessuale, ma non l'avevano presa bene: è stato salvato dall'arrivo dei carabinieri

Altavilla. Quando i famigliari hanno reagito in malo modo alla sua confessione si è sentito crollare il mondo addosso. Ha bevuto tutto quello che gli capitava a tiro per stordirsi e trovare il coraggio di compiere quel gesto folle. Quindi ha raggiunto il cavalcavia, ha scavalcato la recinzione e si è seduto sulla sommità, intenzionato a gettarsi nel vuoto.

Un ragazzo di vent'anni ha tentato il suicidio, nel tardo pomeriggio di martedì, sul cavalcavia di Altavilla che dalla regionale 11 sorpassa strada del Melaro. L'hanno salvato alcuni automobilisti di passaggio e una pattuglia di carabinieri in borghese. A tutti ha spiegato in lacrime che la sua famiglia non accetta che lui sia omosessuale; qualche ora prima aveva trovato il coraggio di confidare ai genitori la sua scelta sessuale, ma la loro reazione lo aveva annientato dal punto di vista psicologico. Tanto da volerla far finita.

Il dramma è avvenuto intorno alle 17.15, davanti agli occhi increduli di alcuni automobilisti di passaggio. «Sono stato preso da un'angoscia fortissima - ha detto uno dei testimoni, che si è subito reso conto di quello che stava accadendo quando ha visto il giovane che scavalcava la recinzione -, che mi ha accompagnato per tutta la notte».

Il giovane, infatti, incurante del traffico, si era sistemato sopra la balaustra, a sei-sette metri almeno dalla strada sottostante, dove passavano auto e camion in velocità. In quella posizione è stato notato da parecchie persone, che si sono fermate ed hanno cercato di parlargli per convincerlo a scendere. Ma il giovane non rispondeva e guardava fisso davanti a sè, cercando la forza per quel gesto disperato. Pochi istanti dopo, mentre i presenti cercavano di bloccare il traffico e chiamare aiuto, sono passati prima un furgoncino e poi una pattuglia dei carabinieri. Un militare di esperienza ha compreso che il momento era delicato e che non si poteva perdere un attimo e con un guizzo si è arrampicato sulla recinzione ed ha afferrato il ragazzo per la giacca, convincendo con la forza a tornare al sicuro, con l'aiuto di altre persone che si erano fermate per prestare soccorso. Il carabinieri gli ha salvato la vita. «La speranza, in un caso del genere - ha raccontato il testimone - resta in quelle persone che con coraggio hanno evitato il peggio, degli "angeli custodi" anonimi, tutti noi che abbiamo cercato di aiutarlo».

Il giovane è stato riportato in strada e calmato. Successivamente è stato informato il Suem che l'ha accompagnato in ospedale per calmarlo e per sottoporlo ai primi accertamenti. Il giovane fisicamente sta bene e si è ripreso; resterà qualche giorno in osservazione.

Con i famigliari avrà modo di parlare con maggiore serenità delle sue scelte. «L'importante adesso è che si renda conto di quanto è importante la sua vita che vale molto di più di qualsiasi presa di posizione».

Diego Neri


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