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Mammuth

Creato il 23 febbraio 2011 da Robydick
Mammuth2010, Gustave de Kervern, Benoît Delépine.
Se l'è anche prodotto questo film Gerard Depardieu, insieme ai 2 registi, nel quale è protagonista assoluto e, a mio parere, molto ben riuscito. Una di quelle interpretazioni che trasmettono spontaneità, perché sentite e in qualche modo, pur nella metafora, autobiografiche.
Serge detto Mammuth è un gigantesco operaio in un macello di suini e lo incontriamo il giorno in cui va in pensione. Tutta la vita non ha fatto altro che lavorare ed ora trovare il modo d'impegnare le giornate non è un problema da nulla. Non particolarmente dotato intellettualmente, non ha hobby, non legge, non pratica sport, mai fatto nulla nel tempo libero. L'impegno verrà fuori dalla necessità di trovare alcuni documenti per le pratiche della pensione. Dovrà recarsi nei luoghi di lavoro dai quali non risultano versati i contributi. La moglie lo convincerà a tirare fuori dal garage, dopo tantissimi anni, la vecchia moto Munch modello Mammuth per il viaggio e lui partirà.
Un on-the-road per le campagne francesi veramente particolare, che se anche fa pensare spontaneamente ad "Easy Rider" se ne differenzia molto nella sostanza.
Serge è un "cavaliere solitario", solo lui e la moto senza compagni d'avventura. E' un particolare, e lo dico da motociclista incallito che ama moltissimo proprio viaggiare in quel modo, non da poco (avrei molto da dirne sui viaggi in solitaria, ma mi riservo l'argomento per un prossimo articolo su Fanfare dove citerò Mammuth). La ricerca dei documenti, causa prima del viaggio, diventerà poi solo pretesto. I luoghi sono cambiati, alcuni posti dove ha lavorato non esistono più e in realtà, in particolare quando viaggiando finirà da parenti che non vede da 20 anni, il viaggio sarà una ricerca d'identità, di senso a sé stesso. Una presa di coscienza, anche amara ma non triste e il senso di libertà che finalmente proverà, non soggetto ad obblighi di lavoro o di marito, gli regalerà un finale che anche se può apparire un po' retorico m'è piaciuto moltissimo!
Parabola al tramonto di un uomo comune, non potevo non amare questo film che metto tra i miei Cult, come motociclista e come uomo che vive la seconda metà del pomeriggio. Pieno di gag talvolta anche acide, dalle quali esce fuori sempre con simpatica poesia ed uno dei personaggi, tra i più stravaganti devo dire, è interpretato proprio da una poetessa ho scoperto, Miss Ming. Belli alcuni momenti "onirici", in particolare quando Serge ricorda un amore drammaticamente perso in gioventù, con flashback vissuti in tempo reale, ricordandone i dialoghi, i suoni, mischiando le belle e già terse immagini del viaggio con visioni sgranate da vecchia videocamera portatile.
Non voglio dilungarmi tanto. E' un film dolcissimo, che consiglio a tutti e per chi ama viaggiare in moto è una visione Obbligatoria.
Solo 2 parole sulla splendida moto utilizzata, vera rarità di valore oggi altissimo tra i collezionisti. Le riprendo da questo link, come anche l'immagine, e le fisso nella rece come compendio.
MammuthNon è l’unico caso di moto con motore automobilistico, ma è il più celebre. Quando nasce, nessun’altra stradale ha 4 cilindri. La Munch viene fondata nel 1965 a dorn-Assenheim da friedel munch. La moto si basa su di un motore della NSU 1000 e viene presentata al salone di col nome di Mammuth. La 4 cilindri teutonica rappresenta qualcosa di unico nellìintero panorama mondiale, una vera maxi in anticipo sui tempi. costosissima, costruita a amano con cura artigianale, monta gran parte della componentistica in pregiatissimo elektron. Come si può ben immaginare, ridurre il peso di ogni singolo componente è di primaria importanza per portare a livelli accettabili la bilancia della Mammuth. Per far questo, Munch impiega dove possibile un materiale speciale: l’elektron. Ritratta di una speciale lega di magnesio utilizzata sopprattutto nell’industria aeronautica, proprio per le sue noevoli proprietà di resistenza alle sollecitazioni in rapporto al peso. Nella Mammuth sono molte le parti realizzate in elektron AZ91: gruppo fanale/strumenti, gruppo codone/sella/parafango posteriore, cartella della distribuzione, coppa dell’olio, scatola del cambio, foderi forcella, forcellone oscillante, carter della catena e le ruote (a razze la posteriore, araggi l’anteriore) . La produzione si evolve attraverso 4 serie diverse, sempre mantenendo il motore NSU Prinz quale unità motrice. La potenza passa dai 55 cavalli dei primi esemplari ai 100 degli ultimi. La ciclistica passa invece dal telaio completamente in tubi a quello misto, tubi nella parte anteriore e monoscocca in magnesio al posteriore. La produzione termina nel 1979, per proseguire solo con esemplari costruiti su ordinazione e sempre più eccessivi in fatto di cubatura e prestazioni (da 1.400 a 2.000cc, turbocompressore).
Qualche commento nei frame, alcuni veramente spassosi...

Mammuth

un discorso scritto! così lo congedano, dopo tanti anni di lavoro, mentre i colleghi già ruminano patatine...


Mammuth

regalo veramente di lusso per il pensionato! un puzzle


Mammuth

la spesa nel supermercato dove lavora la moglie. terribile e da ridere, un altro pensionato è morto davanti al bancone dei surgelati


Mammuth

dettaglio della splendida moto. 


Mammuth

tutti soli a mangiare. non si riesce a parlare, Serge ci prova senza successo, però dopo che uno terminerà una telefonata a casa mettendosi a piangere lo faranno anche tutti gli altri ospiti


Mammuth

il bagaglio non è stato messo in sicurezza proprio bene...


Mammuth

il sogno giovanile, rappresentato da Isabelle Adjani


Mammuth

qua e fino alla fine, Serge libero, quando è felice abbraccia il mondo


Mammuth

Mammuth

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