Man’yōshū (Raccolta di diecimila foglie) è la più antica antologia poetica ufficiale giapponese giunta fino a noi. Risalente al periodo Nara (VIII secolo), essa si compone di 4.500 poesie, suddivise per argomento in tre categorie: zoka (miscellanee); somonka (poesie d’amore) e bank (elegie).
Colpisce che dei circa 500 autori presenti, quasi tutti attivi fra il V e la metà dell’ VIII secolo, ben 70 erano donne. La tradizione vuole che fra questi poeti la Principessa Nukata fu colei che maggiormente si distinse per l’ineguagliabile padronanza dell’uso delle vocali nel tanka, mentre Yamabe No Akahito, poeta raffinato e dolcissimo, primeggiò nelle composizioni di argomento amoroso:
YAMABE NO AKAHITO
Nostalgia nel ricordo
Questo glicine a ondate,
che ho piantato nel mio giardino,
per trarne un ricordo di voi
quand’avessi troppa nostalgia,
ecco che oggi, all’improvviso, è fiorito…
<<Gli innamorati, sotto ogni cielo ed a ogni età del mondo, sono soliti, come questo poeta giapponese antico, legare l’immagine incorporea dell’assente alla corporeità di un albero, un fiore, un frutto, che assume per loro una valenza tutta particolare.>>
Guido Davico Bonino
(da: Poesie d’amore per un anno, Einaudi Torino)
