La morte di Charrier, scomparso venerdì mattina all’alba, ha lasciato un vuoto ad Alessandria. Sono molti i politici e le personalità che hanno voluto rendere omaggio al Vescovo emerito con una parola o una frase per ricordarlo. Così Mauro Buzzi: “Giovanni Paolo II lo definiva un “predicatore del vangelo sociale”. Era infatti un uomo, un prete, vicino ai lavoratori e ai loro problemi tanto da ricoprire anche il ruolo di presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro. Monsignor Charrier ha accompagnato la nostra città in anni difficili anche dal punto di vista politico, amministrativo e sociale tenendo ferma la barra della solidarietà e della tolleranza anche negli anni bui del governo leghista”.
“Ci sono cose che mi legano indissolubilmente a mons Charrier. Per esempio, – ricorda il sindaco, Piercarlo Fabbio – la sua straordinaria capacità di proporre riflessioni tra sociale e spirituale, che mi impegnò non poco a cercare di tenerne il passo. Per chi era impegnato in politica, proponeva sfide incredibili e indicibili contro le convenzioni dei comportamenti. E, se eri in grado, tali provocazioni provavi a reggerle, altrimenti o passavi oltre o ti soffermavi a studiare. In un momento in cui la politica necessitava di recuperare etica, moralità e valori, mi insegnò la sobrietà”. Anche la segreteria provinciale PD vuole ricordarlo “per la tenacia con la quale riproponeva alla sua comunità tutta, e non solo ai fedeli, i temi della pace, della giustizia sociale, del lavoro come fondamento della vita e della dignità della persona. E’ stato, nei lunghi anni trascorsi alla guida della diocesi alessandrina, una luce per tutti. Anche per quanti, come lui amava spesso dire, “non condividevano la sua fede”. La sua parola, dolce e gentile nel rivolgersi alle persone, ma allo stesso tempo ferma sui principi e sui valori che dovrebbero informare la vita pubblica e l’esistenza degli uomini individui, ci mancherà.
Anche dalla Provincia arriva il cordoglio per la sua scomparsa, nelle parole di Rita Rossa: “Indimenticabile figura di uomo giusto, uomo di grande cultura e umanità. Anche io come donna di cultura laica spesso ho sentito di condividere le sue profonde riflessioni , accanto a lui in quelle indimenticabili giornate in Palestina, dove per ben due volte l’ho accompagnato in veste istituzionale . La sua attenzione per il dolore altrui, la profonda cultura, l’apertura alle culture diverse, la solidarietà, mi ha permesso di condividerne i valori e trarre stimolo per elaborare un percorso religioso interiore lontano da schemi e dogmi, ma assolutamente sincero; le sue toccanti riflessioni nell’Orto del Getsemani sulle sofferenze del mondo non le potrò scordare mai; le porterò sempre con me”.






