E’ morto ieri Nelson Mandela: un personaggio che certamente ha cambiato le sorti del suo paese e che svolse un ruolo eccezionale per l’abbattimento del terribile regime dell’apartheid.
Però, come si sa, in queste occasioni vi è sempre qualcuno pronto ad appropriarsi della morte del buono di turno con frasi improbabili pubblicate sui social network e con rapide ricerche su Wikipedia, che in un sol colpo possono assolverti da una vita di accidia intellettuale e che diventano la fonte per improvvise conversioni al Verbo del defunto.
Poi ci sono quelli un po’ più malinconici che affermano che anche in Italia ci vorrebbe un Mandela per risollevare le nostri sorti e infine quelli con il gusto dell’esotico, che apprezzano tutto ciò che proviene da paesi ad almeno 3000 km di distanza, indipendentemente da qualsiasi contenuto.
E’ un po’ lo stesso atteggiamento che si perpetua tra i pensatori illuminati per quanto riguarda Kennedy, idolo non si sa per quali meriti (forse per il sogno di un’America più democratica? Esticazzi) di generazioni di fanciulli educati dall’Italia Migliore a non lasciarsi influenzare dai miti e a ragionare sempre con la propria testa.
E poi realizzi che quelli che partecipano al rito collettivo in modo così stereotipato sono gli stessi che quando morì la Thatcher si sentirono in dovere di rimarcare che probabilmente la Thatcher fu sì una statista, ma che le violenze sugli scioperanti furono inscusabili e soprattutto che la crescita economica inglese non fu poi così entusiasmante.
E in un baleno scompare la sensazione che l’attenzione per il defunto sia qualcosa di più che un rito politico tipico della sinistra nostrana. E scopri, quindi, che non hanno alzato la testa gli storici estimatori di Mandela, quelli che hanno davvero capito il suo valore storico, ma piuttosto i soliti sinistronzi che amano appropriarsi della morte di grandissimi personaggi carismatici perchè rappresentano, per loro, l’ultimo e debole espediente per rimanere aggrappati ai loro ideali che fanno acqua da tutte le parti.
Nicolò Bragazza