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Mangia Vaticano che l’Italia cresce

Creato il 22 novembre 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Mangia Vaticano che l’Italia cresce

 

Monti è arrivato, è qui per afferrarci e strapparci dal precipizio (dicono). È l’ora di far quadrare i conti, dunque come è (il)logico che sia si parla di tagli, liberalizzazioni, imposte, riforma del sistema pensionistico e del mercato del lavoro (Sì, si è parlato anche di lotta all’evasione e patrimoniali varie, ma qua si trattano solo argomenti seri, su).

Beh, cos’altro si potrebbe andare a toccare? I soldi vanno racimolati in qualche modo no? Mica possiamo crearli dal nulla..! (Potevamo, ma fortuna che c’è l’euro!). Ponendosi queste domande si giunge dritti dritti agli arcinoti privilegi della Chiesa, ci si domanda: “Non potremmo prendere qualcosina anche da lì? Bruscolini magari, ma tutto fa brodo!” La risposta è: potremmo, ma non possiamo.

Potremmo perché i privilegi sono innegabilmente presenti, ergo potrebbero essere tagliati, non possiamo perché il Vaticano è intoccabile, non per incrollabile fede o timori di essere cacciati nei meandri infernali, semplicemente perché sarebbe un suicidio politico farlo in un Paese come il nostro, è risaputo. Ma visto che ci tengo a farvi rodere il fegato andremo comunque ad analizzare quanto ci costa mantenere tutto ciò. 

Partiamo con l’otto per mille, meccanismo noto ai più, ma forse non è nota la sua insensatezza di fondo. Dunque, l’otto per mille è sostanzialmente la percentuale del gettito IRPEF  che viene ripartita tra lo Stato ( Che dovrebbe in ogni caso intascare la somma per intero) e diverse confessioni religiose. È ovviamente possibile non firmare per nessuna di queste confessioni, ma in tal caso che succede? L’otto per mille totale dei non firmatari viene ugualmente ripartito, a seconda delle percentuali di quelli che hanno invece firmato. Beneficenza forzata.

Beneficenza forzata che nella maggior parte dei casi beneficenza non è, in quanto il gettito derivante dall’otto per mille viene ovviamente utilizzato (tranne che nel caso della Chiesa Valdese) prima di tutto per finanziarsi e mantenersi. La Chiesa cattolica ad esempio destina meno del 30% ad effettive attività caritative. Danno stimato: circa 1 miliardo di euro.

Ora la parte più dolorosa: l’evasione fiscale (legalizzata). Partendo dall’alto, il patrimonio immobiliare vaticano, che per la cronaca ammonta a più del 20% di quello italiano, è esente da Ici qualora non sia “esclusivamente dedicato” a fini commerciali. In sostanza, mettici qualche altarino con qualcuno che borbotta una preghiera una volta ogni morte di papa ( ehm..) ed il gioco è fatto, paga meno del dieci per cento di chi dovrebbe.

Oltre l’Ici, la Chiesa ha anche una riduzione del 50% sull’Ires (il che vuol dire che metà degli enormi profitti che produce con alberghi, cliniche, giri d’affari da turismo che superano i 4 miliardi di euro, sono esentasse), ed esenzioni varie per servizi come quelli idrici o fognari. In definitiva, le stime assestano il mancato gettito fiscale eticamente illecito sull’ordine dei 3 miliardi di euro l’anno.

In tempo di crisi, abbiamo più bisogno di welfare, investimenti e lavoro o di mantenere gruppi che predicano personali teorie antiscientifiche?


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