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Mango lassi per finire.

Da Birdin
E' ora di tornare da questo viaggio forse neanche troppo immaginario, dove i sapori restituiscono la bellezza di realtà non ancora raggiunte.In fondo l'India non è tra i paesi che i miei occhi più di tutti anelano di vedere, eppure sento nei suoi confronti un sentimento di vicinanza e di bene. Custodisco le storie di alcuni indiani che ho incontrato, le custodisco e non ne parlo per non infrangerne l'intimità e perché mai saprei restituire la gentilezza incorrotta di vite su cui si sono abbattute onde inarrestabili. Quando per strada incontro le donne e le bambine, m'incanto di fronte alla loro eleganza, agli accostamenti dei colori, al loro modo di portare le vesti e camminare con un sorriso accennato, in mezzo alle macchine di un quartiere dove i marciapiedi sono rari.  Vedo gli uomini tornare dai campi, nel paese dove sono cresciuta, tutti in gruppo in bicicletta con gli occhi neri neri e seri, i volti ispessiti dal caldo e dalla fatica, con l'andatura spensierata e leggera.Penso che è una specie di dio delle piccole cose, quello che si portano dentro. Quel dio di Arundhati Roy, fatto di paradossi e sofferenze eppure sempre liberatorio e vicino. Pensavo alla forza del pensiero, quello capace di costruire, di accogliere, di cambiare davvero. E pensavo a noi europei(fa sempre un po' strano dirlo) annichiliti dalla politica e dall'economia, anzi, dalla sua forma più astratta e disumana che si chiama finanza, che continuiamo a dibattere troppo spesso sulle ceneri della nostra storia. E allora vado alla ricerca dell'energia e dell'intelligenza creativa e solida di persone che stanno parlando al mondo, come la fisica e biologa Vandana Shiva e alle lotte per la sicurezza alimentare, penso alla portata rivoluzionaria di un economista di nome Yunus, persona di incomparabile dolcezza, premio Nobel per la Pace, fondatore della finanza etica e di tutto quello che ne sta conseguendo (in Italia, grazie a chi ha creduto al suo pensiero, possiamo mettere i nostri soldi in una Banca Etica), penso ad un altro economista, Amartya Sen, Nobel per l'Economia, ai bei dialoghi su di lui con un mio professore, al suo concetto di felicità come base per l'economia (e ci ha vinto, lo ricordavo prima, il premio nobel per l'economia).Così, in un paese in cui si è compiuta contro l'invasore la più grossa lotta di liberazione della storia attraverso la nonviolenza e che poi, la violenza, l'ha conosciuta tragicamente per combattere i propri fratelli, oggi troviamo le contraddizioni necessarie a rendercelo vicino (forse la perfezione scandinava ci risulta a volte troppo aliena) e l'intelligenza necessaria a tracciare le strade di cambiamenti possibili. Allora volevo concludere questo mio viaggio bevendo un lassi, fresco e dolce perché ce n'è bisogno, annusando il profumo del mango che m'ha portato a tutti questi pensieri, immaginando che  venga voglia anche a voi di prepararlo e di ritrovarvi a cogliere un sentimento di gratitudine per tanta bellezza.Mango lassi per finire.
ingredienti200 g di yogurt1 mango50 ml di acqua1 cucchiaino di miele(si può avere anche una versione da sorseggiare durante il pasto, omettendo il miele e aggiungendo un pizzico si sale e spezie)Tagliare a metà un mango maturo, scavarlo con un cucchiaio per averne la polpa e frullarla. Versare lo yogurt e l'acqua e frullare ancora un po' per amalgamare bene. Aggiungere infine il miele. In questo periodo è molto gradevole sorseggiarlo freddo, ma si può bere anche a temperatura ambiente e sostituire il mango con altra frutta di stagione.

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