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Maniac (W. Lusting, 1980)

Creato il 18 marzo 2013 da Salcapolupo @recensionihc
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Tag: 1980, Caroline Munro, cinema-M, Joe Spinell, thriller, william lusting

Frank Zito è un cittadino newyorkese dalle tendenze psicopatiche: avvicina donne di varia estrazione sociale ed usa fare loro lo scalpo, dopo averle uccise, allo scopo di inchiodarlo ad alcuni manichini che colleziona in casa. Potrà la frequentazione della bella fotografa Anna (Caroline Munro) mutare i suoi comportamenti omicidi e perversi?

In breve. Dal regista di Maniac cop un thriller cupissimo e piuttosto poveristico nell’impianto, con recitazione non eccelsa ed effetti interessanti solo a sprazzi (venne girato con un budget di soli 48.000 dollari dell’epoca). Nonostante questo, “Maniac” è un film seminale che possiede dei pregi innegabili – l’originalità del plot oltre ad un paio di sequenze di culto, visto che ha finito per porre le basi per una infinta scia di slasher con protagonista un assassino misogino e dal passato problematico.

maniac
Maniac” è uno dei tanti slasher ottantiani nascosti nel sottobosco cinematografico che possiede il merito, con tutti i propri limiti, di suscitare più di qualche gradevole sorpresa. Seguendo vagamente la falsariga dei precedenti thriller exploitativi con assassini/violentatori di giovani fanciulle – si pensi a Il mostro della strada di campagna, L’ultima casa a sinistra oppure I spit on your grave – il film scorre sullo schermo con toni tesissimi, inquietanti e piuttosto accattivanti. Nel raccontare la storia di Frank, psicopatico dalla parvenza inquietante ed affine agli stereotipi del tipo insicuro con le donne, dall’aspetto anonimo, solitario e non proprio in formissima fisicamente, Lusting realizza un film lurido, progressivamente delirante e carico di violenza. Nonostante presupposti del genere rendano il tutto (quasi) pura exploitation, la trama regge dignitosamente l’impianto che è stato costruito, e questo a dispetto di una forma visuale non troppo nitida – dovuta ai limiti di budget, con qualche piccolo effetto visivo superiore alla media. Le scene cruente, con tutti i limiti delle finte pugnalate “modello carnevale” e dei litri di sangue visibilmente finto, sono un qualcosa che – come sempre accade in questi casi – finiranno per far divertire/spaventare gli appassionati e ridere tutti gli altri: i soliti, consueti duplici piaceri dei b-movie di ogni tempo.


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