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MANiCURE – L’arredatore di interni

Creato il 02 ottobre 2014 da Signorponza @signorponza

Bentornati miei cari in questa nuovissima edizione di MANiCURE! La rubrica più discussa, priva di senso e piena di disagio dell’internet! Prendo subito la palla al balzo per ringraziare sentitamente il Signor Ponza per avermi voluto di nuovo qui, in uno slot così importante come quello del giovedì mattina! Ringrazio anche Guytano che invece si è occupato di dare forma al nuovissimo logo che accompagnerà questa scoppiettante stagione.

MANiCURE logo

Vi invito a fare anche un salto sul mio celeberrimo blog! Ma ora, bando alle ciancibus! Visto che ne ho già dette abbastanza, entriamo nel vivo, perché anche quest’anno l’obiettivo è quello di accompagnarvi nei miei appuntamenti più assurdi e divertenti, e condividere con voi il dramma. Che, come di consueto, è sempre dietro l’angolo.

L’Arredatore di interni

Diverso tempo fa, quando ancora non davo di matto per coluichenonselépropriomeritato, ed avevo, nonostante tutto, una dignità di tutto rispetto nell’ambiente degli appuntamenti di Grindr (roba seria), ho fatto la conoscenza de l’Arredatore di interni. Un ometto molto interessante sulla quarantina, che lavora presso un negozio super wow del centro della capitale. Io, che nonostante uscissi dal lavoro avevo ancora fantasia di dire, fare e baciare, ho deciso di cedere al suo invito e di raggiungerlo in negozio. Quando arrivo lo trovo che sistemava dei soprammobili super costosi su un tavolino. Capisce subito chi sono, ed io ho già la vaga sensazione di conoscerlo.

Tutto ciò in pieno giorno, mentre il suo presunto datore di lavoro sbraitava un francese maccheronico al telefono. “Ma non sei solo in negozio?” dico allarmato. “No. Ma non è un problema. L’importante è che faccio finta di lavorare. Tranquillo.” Ok. Benissimo, penso. Inizia così una lunga conversazione in cui parliamo del più e del meno, per conoscerci un po’ ovviamente. Scopro che anche lui è nato come me nell’antica Teate, e non solo, vive e convive con il suo fidanzato. The same old story. Però si diletta a ricevere “ospiti” mentre è al lavoro. Vabbè, almeno è sincero, penso. In realtà però sono già distratto dalla grandezza delle sue mani. Delle mani curatissime. E molto idratate.

Mentre parliamo del perché e per come siamo li, lui ogni tanto alza un oggetto di design, una lampada, un cuscino da un divano. Dopo venti minuti buoni, di chiacchiere come se non ci fosse un domani, mi chiede se voglio vedere l’appartamento. “In che senso scusa” dico incredulo. “Seguimi che andiamo su…” e mi fa strada verso una scalinata che fino a quel momento non avevo notato. Saliamo di un piano e mi ritrovo in un mega appartamento di un centinaio di metri, super meraviglioso e arredato benissimo (e bè, ci mancherebbe pure!) che quasi mi vien voglia di chiedere a quanto l’affitta. In realtà mi fa fare un breve giro in salotto ma, inevitabilmente mi trascina in camera da letto. E mi ficca la lingua in bocca.

Ricapitoliamo. Sono in un negozio di arredamento nel pieno centro di Roma, al secondo piano, mentre sotto c’è il boss ed io sto nella ricostruzione di un’appartamento da esposizione che pomicio con il commesso/arredatore. Fidanzato.

interno

Mi viene da ridere perché è tutto troppo surreale. Al punto che per cinque minuti buoni mi dimentico di dove siamo. Poi mi viene un accenno di ansia e panico. “Scusa ma se questo sale su?”. “Nooo, tanto si sente” e mentre lo dice apre la patta e rimane praticamente nudo. Ed ecco, io smetto di baciarlo per fare altro. Abbiamo un primo mezzo momento hot proprio lì, nella finta camera da letto, vicino la cassapanca e il puff. Lui tenta di spogliarmi ma io non riesco proprio. Anzi, sento dei passi. Lui si ricompone e mi parla del lampadario. E del costo. E a me quasi cadono le braccia. Intanto si muove e raggiunge le scale per vedere se qualcuno stava davvero salendo su. “Via libera, non c’è nessuno. In realtà mi è venuto in mente che potremmo andare sotto… Seguimi”. Dice.

Mi chiedo perché non gli ho ancora proposto di vederci da me. Insomma, tutte queste menate, per rischiare una figura di merda e soprattutto anche il posto di lavoro. Mi porta praticamente nell’antibagno del personale, proprio vicino lo spogliatoio. Bene. Ricominciamo da dove ci eravamo interrotti, ma si sa, il dramma è sempre dietro l’angolo. Mentre siamo li a farne di ben donde ci rendiamo conto che nel giardino attiguo ci sono dei ragazzini che giocano e che praticamente, ci potrebbero benissimo vedere. Insomma io mi spazientisco immediatamente, e faccio due passi indietro. Lo guardo e lui mi dice che forse è il caso di fermarsi lì. Il negozio non è sicuro.

Ma va? Mentre mi accompagna all’uscita mi fisso a pensare in quanti se ne sarà portati in negozio, e mi comincio ad innervosire. Non abbiamo fatto grandi cose e sono solo morto di paura. Solo una grande, ottima intervista, però! Decido comunque di infischiarmene di tutti i pensieri e fissiamo un nuovo appuntamento. Questa volta in una casa vera. Senza cazzy e mazzy che possano rovinare il date.

La morale: chi troppo vuole, nulla stringe. Sopratutto nel favoloso mondo dell’arredamento. E comunque anche il dramma è sempre dietro l’angolo, ci starebbe comunque molto bene. Soprattutto nella pagina di debutto. Fatemi sapere voi cosa avreste fatto al mio posto, se sareste rimasti a farne di ogni oppure avreste preferito darvela a gambe!

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