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Manifesto pro-freedom

Creato il 09 ottobre 2011 da Queenseptienna @queenseptienna

[Note: Questo articolo è stato scritto e pubblicato su L'Angolo del Drago in data 27 febbraio 2011, i dati riportati sono riferiti a quel periodo]

Ho paura
Sì, ho paura.

Ho paura di quello che diventerà questo paese, il mio paese, forse tra un anno, forse addirittura tra un mese, o anche domani.
Ho paura perché succedono cose che non vanno, che sono male, che sono il peggio, che non dovrebbero nemmeno esistere, e invece ci sono, e stanno diventando la regola piuttosto che l’eccezione, e questo oltre che paura, fa schifo.
Ho finito poco fa di ascoltare Roberto Vecchioni a Che Tempo che Fa.
Che grande uomo. Al di là del suo talento come autore e cantante, che io personalmente conosco molto poco, è una persona meravigliosa, dotata di un’intelligenza straordinaria, e con intelligenza non intendo il conoscere il latino, la matematica o la storia, ma intelligenza interiore, integrità morale, la capacità di pensare con la propria testa e saper dividere ogni stadio della vita per il suo colore originale, non soltanto suddividendola in sterile bianco e nero. E’ un poeta, poetastro l’ho sentito definirsi più volte, un uomo di cultura, un genio che parla col cuore, che in questo paese nessuno tiene in considerazione, quando sarebbe meglio ascoltare lui che tanti altri pagliacci che si ergono a titolo di saccenti.
E’ sconvolgente come una persona colta, seria, passionale, un mito non venga minimamente considerato, e che verrà ricordato negli annali solo perché ha vinto San Remo 2011. Questa è l’Italia di oggi.
Sono polemica, amareggiata di questi tempi, stasera ho deciso di buttare giù qualche riga, anche se questi pensieri mi circolano in testa da mesi, da un’eternità troppo lunga non umanamente concepibile.
Ci sono talmente tante cose che non vanno, anche se l’ultima che posso citare, da una lista infinita, è l’ultimo capolavoro di questa bella società italiana, una seconda Finanziaria chiamata con altro nome, la cosiddetta Milleproroghe.
Ora, io non m’intendo di politica, sono un’ignorante come tanti altri, non sono di nessuno schieramento, vado a votare regolarmente, anche se a volte mi chiedo perché mi ostini a farlo. Non sono un’attivista politica, non so tutto.
Ma so ragionare con la mia testa, cosa che forse non è più così di moda come credevo.
Questa nuova legge, questa bellissima legge varata ancora una volta da quel grande omino che è Silvio, il nostro Presidente del Consiglio, un criminale col sorriso smagliante e una bella giacca addosso, tutela talmente tante di quelle sciocchezze che non credevo possibili tutte in una volta. E invece.
Non mi soffermerò a parlare degli aumenti di 1€ ai biglietti dei cinema ( per destinare i fondi alla cultura ), escludendo quelli parrocchiali ( la Chiesa, questo grande e amichevole stato avido di potere dal talare immacolato macchiato dal sangue degli infedeli dei secoli nei secoli ), non mi soffermerò sulle proroghe di pagamenti vari ( per tutelare chi non ha mai pagato nulla e per ridicolizzare chi invece l’ha sempre fatto ), non mi soffermerò su niente di tutti decreti qui compresi.
Mi soffermerò su qualcosa che mi sta a cuore. L’impossibilità, per coppie omosessuali, per single, per coppie di fatto, di poter adottare bambini, sia italiani che stranieri.
Questo mi ha scioccata.
Non perché io abbia intenzione di adottare, non sia mai, non lo prevedo nel mio futuro. Ma perché questa limitazione ai diritti umani mi ha fatto paura.
Ho visto il nostro Cavaliere mentre esplicava la Milleproroghe, in un servizio dei tg di sua esclusiva proprietà ( Rai1, se qualcuno avesse dei dubbi ), l’ho visto su un palco, l’ho sentito dire che non avrebbe mai permesso che i valori della famiglia venissero calpestati.
I valori della famiglia. Strano che proprio lui venga a parlare di famiglia. Ok, non mi abbarbicherò sul Rubygate et simila perché sarebbe fiato sprecato. Cosa intende questo ometto, e naturalmente tutti quelli che dopo hanno appaludito emozionati, per famiglia?
La famiglia deve essere per forza composta da madre, padre, figlio/a? O così o niente? Devono essere un minimo di tre, una coppia eterosessuale o un frutto della loro procreazione, una famiglia?
Quindi, se uno dei due genitori muore, il bambino non avrebbe diritto a rimanere con l’altro genitore? Quindi, se i genitori divorziano, il bambino verrebbe loro tolto? Quindi, se uno dei due genitori è uno spacciatore, alcolizzato, in coma, affetto da squilibrio psichico, va tutto bene?
Quindi non è l’amore alla base della famiglia, come io ho sempre pensato. Come sono stupida. E io che credevo che per fare una famiglia bastasse la volontà, bastasse il volersi bene, bastassero la comprensione, il rispetto, il dialogo, l’affetto, il realismo… No.
Per fare una famiglia ci vuole soltanto un regolare atto firmato, pagato, e possibilmente celebrato da un prete cattolico.
Ho sentito dire al nostro Cavaliere che Meglio guardare le ragazze che essere gay.
Perché nessuno si accorge che ci stanno togliendo i nostri diritti, uno dopo l’altro? Perché c’è così tanto odio, stupidità, perché di questa si tratta, tanta ignoranza, tanta omertà, tanta convinzione nelle parole di un omofobo anacronistico?
Prendo gli omosessuali come esempio perché mi sento chiamata profondamente in causa, li prendo come esempio perché sono l’esempio più lampante che possa esistere, bistrattati, trattati come dei lebbrosi, siamo nel ventunesimo secolo, e c’è ancora gente che crede che siano malati.
Ventunesimo secolo.
Gli omosessuali sono persone, che amano, che piangono, che ridono, che soffrono, che possono essere persone cattive, persone buone o persone stupide, sono persone di qualsiasi tipo così come i bisessuali, gli eterosessuali, i pansessuali, come me, come voi, niente di più, niente di meno, esseri umani.
Non mi soffermerò su quegli idioti che affermano che un bambino cresciuto con due padri o due madri, senza una figura femminile o maschile di riferimento, non sia normale, sono tutte stronzate ampiamente discreditate da tantissimi studi eccellenti e scientificamente riconosciuti, che soltanto la stupidità tende ancora a rifiutare a tutti i costi perché si antepone il pregiudizio al raziocinio. Non parlo con gli stupidi, cerco di farlo il meno possibile, anche se è ancora troppo.
Siamo in un mondo moderno dove bisogna avere degli stereotipi negativi moderni per poter andare avanti, e questi sono gli omosessuali, ora come ora.
Nello stato della California, nel 2008 è stato approvata tramite referendum, l’abrogazione della legge che consentiva i matrimoni omosessuali, dopo qualche anno di felice istituzione. Hanno tolto dei diritti all’umanità, questo è, inutile minimizzare, inutile dire che è una cosa da niente.
Hanno. Violato. I. Diritti. Umani.
E’ una cosa vergognosa da scrivere su uno schermo, figuriamoci da pronunciare, da dire a voce alta, anche solo da pensare. Perché fare una cosa del genere?
Anzi, la domanda che più mi inquieta è perché è stata permessa una cosa simile?
Rubare i sogni di così tante persone, negare loro il diritto di essere felici, tarpare le ali, frenare la loro libertà.
E’ la libertà il punto cruciale di tutto questo discorso.
La libertà delle società moderne se ne sta via via scomparendo, senza che nessuno muova un dito, senza che nessuno protesti, senza che nessuno si indigni più. Cos’è, è diventata una cosa talmente normale da poterci permettere di non vergognarcene?
Hanno tolto la libertà di amare agli omosessuali della California, gli omosessuali italiani questa libertà non ce l’hanno mai nemmeno avuta, stanno togliendo la libertà di protestare ai giovani, stanno togliendo la possibilità di studiare a migliaia di universitari, stanno togliendo la libertà di pensare con la propria testa a milioni di persone, ci stanno togliendo la libertà di vivere in una società civile, costringendoci ad abbassare la testa dietro una propaganda che rivendica una democrazia che non c’è, che non esiste, usano la parola democrazia ( demos: popolo, kratos: governo; letteralmente governo del popolo ) spacciandola per un sinonimo di libertà, quando invece non la usano che come specchio per le allodole.
La democrazia non può esistere dove non esiste libertà, libertà di pensare, vivere, credere, amare, pregare, leggere, parlare, piangere, ridere, libertà del vivere in ogni sua forma.
Questo governo, questa schifosa, vergognosa ( è l’unico termine che sento completamente adatto a questa situazione ) società sta violentando la democrazia, sta brutalizzando e mettendo in catene la libertà, la nostra libertà, e nessuno sembra farci caso, nessuno che alza una voce, nessuno che si arrabbia, che si spaventa, che si indigna, che trema, che tira pugni. Nessuno che dà ascolto a chi ha paura, come me.

Come si cambia il mondo, se il mondo non vuole cambiare?

Non so che cos’abbia il mondo, che non va. Ha paura anche lui? Ha così paura da non riuscire ad alzare la testa, a ribellarsi?
Io non credo. I morti in Libia, i morti di Piazza Tien An Men, i morti di centinaia di paesi di cui noi non conosciamo neanche l’esistenza, paesi che cercano di mantenere salda la loro libertà, che cercano di salvarla, di farla volare lontano da dittatori regimi, questi morti, e anche questi sopravvissuti mi insegnano che no, la libertà non è morta, che c’è ancora, che non si nasconde, che serpeggia ancora come il più antico dei mali, che ci condanna alla vita, che ci condanna a sentirla fino in fondo, fino a farci desiderare tutto, fino a farci dire che non possiamo inginocchiarci, fino a farci capire che non siamo, che non dovremmo essere schiavi, ma padroni di noi stessi.
La libertà non si compra, non si vende, non si presta, non si scopre, non si trova, non si perde e non muore, la libertà è un diritto che dobbiamo pretendere, che ci meritiamo, è un dovere che dobbiamo esigere ad alta voce, che dobbiamo usare contro chi vuole togliercela, che dobbiamo sempre tenere a mente e non dimenticare mai.
Nella società moderna tolgono la libertà agli omosessuali, dicendo che sono sbagliati, che sono errori, che sono malati, che non è un loro diritto, che non sanno amare.
Nella società moderna ci sono persone che credono di essere in grado di limitare la libertà di altre persone come loro. Migliori di loro.
Nella società moderna ci sono persone che sono d’accordo col limitare la libertà ad altre persone, applaudendo, annuendo, dicendo che è giusto così.
Nella società moderna la libertà viene trattata come una puttana, nessuno si ricorda mai che questa puttana può andarsene, può essere rapita, o peggio, può essere dimenticata, allontanata, può essere ignorata brandendo uno scettro con l’emblema del potere, il potere che nessuno, tantomeno un governo, ha il diritto di arrogarsi.
Non dovremmo mai dimenticare che la libertà da noi non se ne va mai, che per quanto male possiamo trattarla non scappa, non ci abbandona, ci ama disperatamente come noi amiamo lei, rimane al nostro fianco per aiutarci ad alzare la testa e metterci ad urlare, ci aiuta a sconfiggere la paura, quella paura che tutti, indistintamente abbiamo, quella paura che ci frena, che ci fa credere che non possiamo avere di meglio.
Noi possiamo avere di meglio, potremmo, dovremmo averlo.
Ma non ce l’abbiamo.
Non ce l’abbiamo perché ci sono stupidi, ci sono avidi, ci sono ignoranti che pensano che sia giusto che la libertà abbia delle catene ai polsi.
Ho paura, perché questi stupidi, questi ignoranti, questi avidi, questa gente odia la libertà, la diversità, il cambiamento, la odia talmente tanto che non si rende conto di essere sul punto di distruggersi con le proprie mani.
Ho paura, perché per quanto noi cerchiamo di dirlo, non ci ascoltano. Ho paura perché per quanto noi urliamo, il loro odio copre le nostre grida. Ho paura perché la nostra libertà sta sfiorendo sotto il peso di troppe catene.
Ho paura di stare per dimenticare la mia libertà.
Emblematica una poesia di Martin Niemöller ( 1892 – 1984 ), scritta al tempo del nazismo.
Sconvolgente rendersi conto di quanto sia attuale ancora oggi.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

Protestare.
Protesterò fino a farmi sanguinare gli occhi per la mia libertà.
Fino a quando me ne ricorderò.

E non me lo dimenticherò mai.


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