Articolo pubblicato su Genitori Channel
Spesso come genitori ci sentiamo insicuri su quanto siamo «più o meno bravi» nello svolgere il nostro difficile compito di educare e crescere i figli. Ci domandiamo se abbiamo fatto bene o meno a scegliere una certa linea di comportamento, ascoltiamo pareri differenti, consigli non richiesti di altri genitori, oppure confrontiamo i comportamenti dei nostri figli rispetto a quelli di altri per valutare indirettamente come ci stiamo comportando.
Spesso il commento che emerge è “ho sbagliato tutto!”… E vai con il senso di colpa!
In particolare noi mamme sembriamo non dimenticare di applicarlo mai, alla mattina insieme al deodorante o alla sera con la crema idratante…
Un tempo a farci sentire imperfette ci pensava Mary Poppins: cantava, ballava, riordinava tutto magicamente, divertiva i bambini, si calava con loro in un mondo fantastico fatto di giostre, merende volanti e saggi spazzacamini… Adesso ci sono le Tate, educate e ferme signore che arrivano in jeep oppure in vaporetto in soccorso di spauriti e angosciati genitori ai quali insegnano come gestire figli spesso isterici e indisciplinati. Il genitore viene prima osservato, poi consigliato e infine messo alla prova (con tanto di voto finale) dalla Tata che lo scruta da lontano tipo “grande fratello” da un moderno furgone con telecamere nascoste. In una settimana con pochi saggi tocchi di bacchetta magica, regna l’ordine e l’armonia. Le mamme sono più ferme, i papà più collaborativi i bambini più felici e tutti piangono nell’ascoltare le ultime parole di saluto della Tata.
E se uscissimo dalla trappola della perfezione?
Di solito ci sentiamo perfetti (o imperfetti) quando soddisfiamo determinate caratteristiche, date da un parametro o comunque da un modello di riferimento. Non solo, ci sentiamo perfetti soltanto se arriviamo pienamente al risultato che ci siamo fissati… in una scala da uno a dieci si è perfetti al dieci… se il nostro risultato è nove invece di essere felici per i progressi fatti ci disperiamo o ci colpevolizziamo per quell’uno che non siamo riusciti a fare. I modelli che spesso ci poniamo sono i più disparati, i nostri genitori, la vicina di casa che sembra saper gestire tutto alla perfezione, amici, conoscenti o più spesso modelli impartiti da manuali e tecniche per «il bravo genitore». Il risultato è che siamo spesso più portati a pensare continuamente al modo più giusto di agire perdendoci così la spontaneità e il divertimento fatto dallo stare insieme ai figli.
Quando abbandoniamo lo stress della perfezione possiamo rilassarci, riflettere e sperimentare, con mente aperta, strumenti e approcci diversi fino a trovare la formula giusta, quella davvero congeniale per il nostro modo di essere e per quello dei nostri figli.
Ed è da qui che può nascere un nuovo percorso verso l’eccellenza… intesa come un miglioramento continuo ricercato giorno per giorno, fatto di errori e aggiustamenti. Un percorso caratterizzato dall’ascolto, nostro e dei nostri figli, nella ricerca di una sintonizzazione comune. Tendere all’eccellenza significa scegliere ogni giorno di dare e fare il meglio di quello che possiamo fare… semplicemente perché lo vogliamo e non perché dobbiamo essere perfetti. Significa essere fieri e felici dei piccoli grandi progressi fatti, nella consapevolezza che dobbiamo ancora migliorare e soprattutto cambiare sempre approccio e stile… adattandoci alle nuove esigenze e ai cambiamenti messi in atto dai nostri figli nel loro naturale percorso di crescita. In questo percorso i piccoli grandi errori che inevitabilmente faremo non saranno una sconfitta ma semplicemente elementi su cui lavorare per migliorare nel tuo ruolo di genitore.