Mannaia statale

Creato il 23 agosto 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

La lotta del governo all’evasione ha un protagonista assoluto: l’Equitalia di Attilio Befera, uomo forte di Tremonti. La società è un vero e proprio squalo che fiuta inesattezze erariali, ma che troppo spesso finisce per papparsi solo i pesci piccoli.

L’ente è nell’occhio del ciclone dalla scorsa primavera a causa dei metodi ritenuti fin troppo aggressivi. La Lega gli ha imputato la sconfitta nelle elezioni amministrative al Nord, ci sono stati pure dei letterali assalti alle sedi di Roma, Genova e Torino con tanto di sequestro di un esattore.

Equitalia colpisce soprattutto il ceto medio-piccolo calcando la mano su errori formali sul 730, multe stradali, contributi previdenziali di aziende ormai in rovina. Pare invii 18 milioni di malefiche cartelle in cui segnale l’infrazione l’anno. Quasi una sentenza di colpevolezza: sta infatti alla difesa l’onere della prova, vale a dire dimostrare di essere nel giusto. Ma si hanno solo 60 giorni di tempo per recuperare scartoffie vecchie anche più di dieci anni, altrimenti scattano sanzioni, a cui vanno aggiunti aggi, more e percentuali quotidiane di crescita della cifra. 

L’ente gode di  strumenti punitivi fuori dal comune: ganasce fiscali, vale a dire fermo amministrativo dell’auto con cui si lavora e si circola, blocco o prosciugamento dei conti correnti, richiesta di un quinto dello stipendio direttamente al datore di lavoro, ipoteca sulla casa che spesso scatta anche per contenziosi irrisori.

Nonostante la pervicacia, la società non è immune da errori anche banali come indirizzi sbagliati, firme assenti, restrizioni personali applicate a più individui, ipoteche su appartamenti già venduti. L’impressione generale, secondo chi ha subito multe, è che si spari sul gruppo e si mordano le caviglie soprattutto dei più deboli.

Equitalia è nata nel 2006 per il volere del ministro Vincenzo “Vampiro” Visco, unificando quaranta riscossori privati. Lo stesso creatore oggi ammette: “Così cattiva io non l’ho mai pensata”. È partecipata per il 51% dall’Agenzia delle Entrate e per il 49% dall’Inps.

La strategia è comunque efficace: sono quasi 9 i miliardi recuperati nel 2010, contro 4 del 2005. Tremonti, però, viste le polemiche, sta pensando a ridimensionare il potere, almeno apparentemente: ipoteche sulla casa solo per contenziosi superiori ai 20 mila euro e gestione delle multe che torna ai comuni.

Attilio Befera, però, non sembra sulla stessa lunghezza d’onda: l’Equitalia sta unificando le 16 sezioni in tre macrostrutture con un nuovo potere oppressivo ossia la possibilità di contestare immediatamente il debito dopo 60 giorni senza inoltrare la cartella esattoriale.


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