Il Consiglio dei Ministri riunitosi ieri (9 ottobre) ha approvato un decreto legge contenente “disposizioni urgenti in materia di finanza pubblica”.
Si tratta delle misure necessarie per rientrare far rientrare il deficit sotto la soglia del 3%. Questa soglia nelle ultime settimane era stata infatti superata di un punto decimale, arrivando a quota 3,1%. Tanto rumore quindi per un misero 0,1%?
Ebbene sì.
Superare questo tetto impostoci dall’Europa comporta, infatti, prima di tutto ripiombare nelle procedure di infrazione europee e in secondo luogo perdere credibilità a livello internazionale e di conseguenza perdere i possibili e auspicati investimenti esteri. Ricordiamo a tal proposito che proprio domani il ministro Saccomanni parteciperà all’ Assemblea annuale del Fondo Monetario Internazionale, a Washington, e, come ha detto lui stesso, “è molto importante poterci arrivare avendo riportato il saldo dell’indebitamento netto sotto la soglia del 3 per cento”. Una questione di immagine, quindi, prima di tutto.
Azzerare quel punto decimale non è stata però cosa facile. Ci è infatti costato una “manovrina” da 1,6 miliardi di euro.
Questi fondi, si legge nel decreto, arriveranno dai tagli alle spese ministeriali (1,1 miliardi) e dalla vendita di immobili alla Cassa depositi e prestiti che li piazzerà poi sul mercato (500 milioni). È da notare che i ministeri del Beni culturali, dell’Istruzione e della Sanità non sono stati interessati da questi tagli.
Non c’è quindi stato né il temuto aumento delle accise sulla benzina (era stato ipotizzato un aumento di 6,5 centesimi a litro) né gli aumenti degli acconti Irap e Ires dal 101 al 103 per cento. Un decreto “tax free”, come si dice in questi casi.
Se da una parte non sono state aumentate le tasse, dall’altra però sono stati rinviati il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga e il rifinanziamento della social card.
Un ulteriore provvedimento degno di nota del Consiglio dei ministri di ieri è quello dell’incremento di 20 milioni di euro per il Fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.
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