Manovra di disarmo in Argentina
Come avevano fatto tempo fa gli Stati Uniti, a seguito di un’ondata di stragi negli asili, nei luoghi pubblici, nelle case, compiute per colpi di armi da fuoco, allo stesso modo si sta regolando un altro paese del territorio dell’America del Sud, l’Argentina.
A quanto pare, anche nel paese latino i morti per ferite da armi da fuoco sono moltissimi, tanto che il governo ha proposto il risarcimento di una somma compresa tra i 500 e i 2000 pesos, corrispondenti grossomodo a circa 45 e 182 euro, per ogni arma consegnata volontariamente, varianti per tipologia e calibro dell’arma. A proporre l’iniziativa, e a sovvenzionarla, è il Registro Nazionale delle Armi, conosciuto anche come RENAR, il cui direttore generale Matías Molle ha dichiarato che “questo aggiornamento dei valori e la variazione dei tipi di calibro è un chiaro segnale che la decisione è di investire per eliminare le pistole dalle strade”, variazione che si riferisce alle misure adottate in precedenza, per cui il risarcimento cresceva proporzionalmente al calibro dell’arma consegnata. Ora, invece, si è preferito aumentare gli incentivi per quelle armi e quei calibri che si trovano con maggior frequenza nel mercato o che sono sequestrate dalle forze di sicurezza; contando un versamento di 500/1000 pesos per le armi comuni e un valore superiore per quelle più inconsuete.
L’obiettivo di tale manovra di disarmo è di ridurre e minimizzare il flusso di armi secondo la legge 26.218, che è stata aggiornata e permette di consegnare l’arma anonimamente.
La misura non è nuova: dal 2007 l’Argentina lotta contro il possesso di armi da fuoco, che contavano nel 2002 circa 4500 casi di morti, che si sono ridotti della metà da quando il paese ha iniziato il disarmo.
Queste nuove procedura nominata “Plan Nacional de Entrega Voluntaria de Armas de Fuego” avrà inizio il 7 aprile prossimo, e continuerà fino al 31 dicembre 2015, grazie alla proroga ottenuta dalle due Camere del Parlamento argentino.