Manovra di merda (si può dire manovra?)

Creato il 03 settembre 2011 da Satiraglio
di Alfonso Biondi  



Molta gente crede che per redigere una manovra di merda siano necessari solamente pochi minuti. Purtroppo non è così: il tira e molla sulla manovra economica, infatti, va avanti da moltissimo tempo e l’ultimo vertice tra Pdl e Lega è durato ben 7 ore, preliminari inclusi. Vediamo cosa è successo nell’ultimo e decisivo incontro. 
Per il Pdl, oltre a Berlusconi e Tremonti, erano presenti anche Gasparri, Alfano e un fantoccio di legno (rivelatosi al termine dell’incontro l’esponente del partito con maggiore personalità). I pidiellini erano vestiti di tutto punto: giacca, cravatta, scarpe eleganti, giarrettiere (con B. non si sa mai) e orologio del Milan.
Il Carroccio invece s’è presentato con Bossi, la cui canottiera è parsa eccessivamente formale per l’occasione; Calderoli, vestito solamente con una pelle di dromedario ucciso da lui stesso a mani nude; Maroni, vestito come uno del Pdl ma con degli occhiali del cazzo; e un orso bruno, inizialmente adescato per rivestire il ruolo di intellettuale del partito (qualcuno dice con la promessa di una candidatura a consigliere comunale di Gallarate), poi divenuto una lauta merenda nel corso della lunga riunione.
L’incontro, dicevamo, è durato in tutto 7 ore: un lasso di tempo decisamente congruo per scaccolarsi (Bossi), degustare degli ottimi panini all’orso (Calderoli) e riallacciare i vecchi rapporti coloniali con le amazzoni di Gheddafi (indovinate chi).
Mentre ognuno si faceva i cazzi suoi, Gasparri si occupava di stilare la manovra, il tutto rigorosamente da solo. Ne è uscito fuori un provvedimento che prevedeva un contributo di solidarietà sulle pensioni inferiori a 1000 euro, l’aumento di un anno dell’età pensionabile dei calciatori e l’accorpamento di Lazio e Campania.
Quando ormai s’era fatto tardi e bisognava dire qualcosa ai giornalisti fuori Villa San Martino, Berlusconi, dopo aver stranamente bocciato gli emendamenti di Gasparri, ha buttato giù  4 cazzate e s’è presentato ai cronisti col solito fare trionfante: “Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”. Che in quel contesto suona un po’ come “Metteremo qualche altra cosa in qualche altra parte degli italiani”. Poi, dopo aver sparato altre minchiate col fucile di precisione, ha concluso: “Dopo le ultime modifiche la manovra è sicuramente più equa”. Già. Colpirà sia i poveri che i non ricchi.
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