Al termine della riunione un comunicato ufficiale del governo ha reso noto che nel maxiemendamento, che dovrebbe essere approvato entro domani da palazzo Madama con voto di fiducia, saranno inserite queste tre novità di peso:
- L'aumento di un punto dell'Iva dal 20 al 21% dell'aliquota ordinaria, con destinazione del maggior gettito al miglioramento dei saldi del bilancio pubblico. Secondo una stima del Sole 24 Ore - elaborata in vista degli emendamenti - un punto di aumento dell'Iva dal 20 al 21% vale 4,9 miliardi. Il ritocco dell'Iva peserà 2.719,1 milioni sul Nord, 1.193,7 milioni sul Centro Italia e 968,6 milioni sul Sud.
- Un contributo di solidarietà del 3% sopra i 500mila euro «fino al pareggio di bilancio». Secondo fonti governative sono 11mila i contribuenti italian che dichiarano un reddito annuo superiore ai 500mila euro l'anno. Le dichiarazioni dei redditi sono complessivamente in Italia oltre 41 milioni. È su questi 11mila che dovrebbe pesare il contributo di solidarietà del 3% che verrà inserito in manovra. Il contributo varrà 35 milioni di euro nel 2012 e 87,7 milioni dal 2013, a regime. E sarà deducibile.
- L'anticipo dell'aumento dell'età di pensionamento delle donne nel settore privato già dal 2014. Il provvedimento anticipa di due anni l'adeguamento nel settore privato
delle pensioni delle donne. Scatteranno già dal 2014, invece che dal
2016. Non è stata toccata la norma sul pensionamento delle donne che lavorano
nel pubblico impiego, già fissata in passato: andranno in pensione a 65
anni dal 2012.
Inoltre il consiglio dei ministri varerà un ddl costituzionale per: - Inserire in Costituzione l'obbligo al pareggio di bilancio, in particolare sarà modificato l'articolo 81. La decisione diventerà operativa nel Consiglio dei ministri di giovedì 8 settembre. Da una parte la decisione presa risponde all'esigenza di rispetto degli accordi politici assunti dall'Italia in sede europea con l'accordo Europluss, dall'altra sarà modificata una norma che ha smesso da anni di funzionare.
- Attribuire alle Regioni le competenze delle Province. Palazzo Chigi annuncia l'abolizione delle Province, segnalando che giovedì il Cdm approverà «l'attribuzione alle Regioni delle competenze delle Province». Per abolire le Province occorre una modifica costituzionale, perché l'articolo 114 della Costituzione stabilisce che «la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato». Dopo il Consiglio dei ministri di giovedì 8 settembre, dunque, doppia votazione in ogni Camera, nella maggioranza qualificata dei due terzi richiesti per modificare la Carta costituzionale.
La manovra di Ferragosto è entrata in vigore il 13 agosto. "Decreto legge 138 del 2011. Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo."
Tratto da ilsole24ore.com