Mosca ha confermato in un comunicato che i due bombardieri strategici, impegnati in un’ esercitazione di oltre 7 ore, sono stati seguiti a distanza da due F-15 sudcoreani e da coppie di aerei F-4, F-15 e F-2A giapponesi, ma ha sottolineato che nessun velivolo russo ha violato lo spazio aereo di Tokyo, e che le operazioni si sono svolte su di un’area del Pacifico non soggetta a sovranità di alcun paese, nel pieno rispetto delle norme internazionali che regolano questo genere di voli militari.
Russia e Giappone non hanno mai firmato un trattato di pace dopo la guerra, a causa proprio del contenzioso sull’arcipelago a nord di Hokkaido: le relazioni bilaterali, sostanzialmente “di buon vicinato” per tutti gli anni della Guerra fredda, che hanno cominciato a diventare difficili dopo che nel 2010 l’allora presidente Dmitrj Medvedev tenne la prima storica visita ufficiale di un capo di Stato russo nell’arcipelago. Un gesto che Tokyo ha interpretato come una provocazione nei confronti delle rivendicazioni giapponesi. E non è un caso che l’attuale premier nipponico, il nazionalista, Shinzo Abe, abbia scelto Mosca come prima destinazione di una delle sue prime visite ufficiali all’estero.