Andrea Mantegna, famiglia e corte di Ludovico II Gonzaga
Continua il viaggio nell'opera e nella vita di Andrea Mantegna e oggi ci conduce in una città stretta fra quattro laghi generati da un grande fiume: Mantova. Incredibile New York del Quattrocento, dove l'artista giunge nel 1460, molto probabilmente grazie al suo amico abate Correr, legato a Vittorino da Feltre e alla sua cerchia umanistica che a Mantova aveva creato una scuola, la Ca' Zoiosa. Gregorio Correr era membro della nobile famiglia veneziana che oggi dà il nome al noto museo e all'epoca della Ca' Zoiosa fu compagno di banco del futuro marchese Ludovico II Gonzaga.Ma chi era Ludovico II? Capitano del popolo, politico abile, umanista amante della lettura. Tra i suoi libri, all'epoca del suo governo, avremo potuto trovare una fantastica edizione di Omero con testo a fronte greco e latino e decorazioni d'ispirazione classica, oggi conservata alla Biblioteca Vaticana.
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L'ambiente mantovano della seconda metà del Quattrocento è rigorosamente ghibellino perchè per diventare marchesi o duchi, ci vuole l'imperatore. Quindi nello stile era molto vicina a Firenze e al Rinascimento, ma nella politica era molto vicina al mondo alemanno. A tal punto che Ludovico II sposa nientemeno che Barbara di Brandeburgo per essere ancora più corretto e filo-tedesco.E qui veniamo al nostro Mantegna. Il pittore a Mantova verrà chiamato per celebrare la coppia, generando così la straordinaria Camera Picta, vera rivoluzione della concezione pittorica di quegli anni, conosciuta ai più come Camera degli sposi.
Andrea Mantegna, particolari dalla Camera degli sposi
Tutta la famiglia è presente in questo straordinario ritratto di gruppo: il marchese, il figlio secondogenito, i bimbi più giovani, sullo sfondo di un paesaggio che sembra reale ma che è in realtà la commistione di tutte le manie antiquariali dell'epoca. Il marchese e la marchesa sono raffigurati in una situazione molto da "salotto": lei Barbara di Brandeburgo con accanto le figlie, Barbarina e Paoletta con la mela e la nana di corte. Più reali degli esseri umani però sono i cani e i cavalli. E più reali dei cani ovviamente i putti, delicati come farfalle.Andrea Mantegna, oculo del soffitto
Ma fra tante invenzioni del Mantegna, legate al gusto del tempo, ce n'è una in particolare che è molto significativa perchè legata a Leon Battista Alberti. Tutta la scena che vi ho descritto avviene in una stanza dalla quale si guarda fuori, perchè qui il gioco è tutto prospettico e lo è in tal modo che il soffitto guarda verso l'alto dei cieli, in una specie di pozzo rovesciato dal quale le creature celesti mescolate, le dame, i putti, guardano in giù verso di noi. Una follia prospettica geniale e rivoluzionaria che cambierà per sempre l'arte.Continua ... #AndreaMantegnaFonti: Guardar lontano, veder vicino, Philippe Daverio, Rizzoli, Milano, 2014