Manuale di economia politica 5: Innocenti evasioni e astuzie cinesi.
Creato il 28 ottobre 2011 da Enricobo2Dunque lasciamo il discorso di scacchiera antielusivo ai tecnici e concentriamoci sull'evasione vera e propria, questa sì amorale e da stangare senza pietà, o meglio, cercando pragmaticamente di portare a casa più che si può. Ci sono due tipi di evasione. La grande evasione, quella di qualche migliaio di persone che truffaldinamente non pagano in parte o anche completamente (i famosi evasori totali sconosciuti al fisco) ingenti somme. Come dice La Qualunque infatti le tasse sono come la droga, se cominci a pagarle una volta non puoi più smettere. Qui bene si esercita l'opera della Finanza che ne stana di volta in volta qualcuno e fa scattare cifre, totali e sanzioni davvero ingenti, anche milioni di euro, che vengono messi a bilancio nelle poste attive dello stato. Ma cosa succede in realtà poi? La legge attuale consente molte scappatoie, intanto cominciando un lungo contenzioso, così costoso ed incerto che alla fine lo stato preferisce transare una parte infinitesima della somma, un decimo o poco più. Negli altri casi, ma anche in questo, il birbo, dato che è tutto rateizzabile, comincia a pagare la prima rata, cosa che per legge blocca tutto il procedimento sanzionatorio, poi scompare, fallisce o non paga più nulla e tutto va, come si dice sotto l'uscio e le poste attive che i vari ministri vengono a raccontarti in TV sono, come si dice, carta da cesso. Qui partirà dunque il mio bell'editto imperiale, in cui in caso di accertamento di questo tipo, scatta un blocco totale dei beni del furbo e della sua famiglia al completo. Sarà quindi cura dello stesso affrettarsi a definire e a pagare.
Solo alla fine del pagamento totale sbloccherò la medioevale ma efficace confisca dei beni. Sono certo che i famigliari del birbo saranno molto convincenti nell'affrettare le operazioni. Veniamo poi al secondo tipo di evasori, quelli piccoli. Questi sono assai più interessanti dei grandi perché anche se sottraggono allo stato da qualche centinaio a poche decine di migliaia di euro per uno, essendo in realtà molti milioni, portano via all'erario ben più di 100 miliardi all'anno, cosa non di poco conto. Ora è chiaro che anche ad un plenipotentato come sarò io, sarà difficilissimo acchiappare questi furfantelli, non potendo mettere davanti ad ogni negozio, ogni bar, ogni studio professionale, ogni casa da cui esce di tanto intanto un idraulico od un piastrellista, un funzionario del fisco in pianta stabile; bisognerà quindi giocare d'astuzia. Non sarà male, magari cercare di imparare qualche cosa da quello che fanno gli altri, perché spesso è un gioco di fantasia. In Francia ad esempio, dove un tempo si dichiaravano valori infimi nella compravendita di immobili per evadere le tasse di registro, è bastato imporre la regola che prima di firmare il rogito, il notaio comunichi al comune la cifra pattuita. In caso di incongruenza il comune si rileva l'affare al prezzo indicato e il venditore non può eccepire. Sono immediatamente finite le meline con scambi di pacchi di denaro liquido che i notai facevano finta di non vedere.
Per gli affitti poi, per legge l'affittuario dichiara sulla sua denuncia l'affitto pagato, con un piccolo beneficio fiscale. Se tu non ci paghi le tasse, ti arriva una letterina dall'ufficio delle imposte da cui se entro e non oltre, non ti metti a posto con l'IRPEF e relativa sanzione, ti sequestrano la casa. Sembra che paghino tutti, mica volentieri, eh, anche i francesi sono umani! Invece con gli scontrini e le fatture dei professionisti, maestri dello sguscio ci vorrà più fantasia. Sapete cosa fanno i cinesi da una decina d'anni, da quando il boom economico si è talmente conclamato da pensare che le tasse va pagate anche lì? Tu vai al ristorante e quando hai finito il tuo gatto o i tuoi scarafaggi fritti, assieme al conto ed alle mentine per farti passare il gusto di aglio, ti portano un gratta e vinci dell'entità del conto stesso. Tu gratti, gratti e ogni tanto, tra i gridolini delle cameriere non paghi il conto, a volte addirittura puoi fare una vincita. Ognuno ovviamente lo pretende, è ormai diventata una divertente abitudine di fine pasto e intanto il nostro ristoratore si paga le sue belle tasse calcolate fino all'ultimo coperto. Se qualcuno vince anche lui ha un beneficio fiscale. Il cliente si diverte, il ristoratore un po' meno quando va a pagare, ma il sistema pare funzionare assai bene. C'è un sacco di gente che pensa che i cinesi siano degli stupidi copiatori, date retta a me non sottovalutiamoli. Mi sa che questa legge la introduco e con questo capitolo chiudo la prima fase del master in economia politica. Per le iscrizioni alla seconda, c'è tempo; adesso devo prepararmi psicologicamente alla partenza.
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