Manuale di economia politica 8: Usciamo dall'Euro?

Creato il 03 agosto 2012 da Enricobo2
Scusate se torno sempre sulle stesse cose, ma le budella mi si stanno attorcigliando un pochino. Ragazzi, per chi è interessato a queste cose, guardate che le cose si mettono malino. A livello europeo, l'intonazione è molto chiara. Se qualcuno non l'avesse ancora capito o peggio se non lo volesse capire, la parte forte dell'Europa, Germania e suoi sodali (Finlandia, Olanda e company) non hanno alcuna intenzione di cedere sulla possibilità di dare mano libera alla BCE. Draghi ha fatto il suo bluff, ha insistito, i mercati ci hanno anche creduto, ma Buba e amici gli hanno detto, giù le carte che lo sappiamo che non hai niente in mano. Quindi niente da fare o accettate di fare come diciamo noi, controlli e compagnia bella o non non daremo mai il via libera agli acquisti dei vostri bond.Certo, secondo me lo sanno bene che se salta l'Italia va male anche per loro, ma non conta, quello che non lo ha ancora capito o non lo vuol capire è herr Muller o il sig. Kekkonen, che non ci staranno mai a dare i loro risparmi ai vari Lombardo del caso, né ai mandolinari, né ai mangiatori di mussakà che vanno in pensione a 55 anni e non pagano le tasse per metà e chi se ne frega se andrà in malora tutta l'Europa loro compresi. 
E siccome Muller e Kekkonen votano, i loro politici non molleranno mai, anche se forse a loro converrebbe mollare, quanto meno a livello di dichiarazioni verbali che poi per il sentiment del mercato è quello che conta, ma purtroppo conta anche nelle decisioni di voto. Dunque come va a finire invece a casa nostra? Cavoli amari ragazzi, perché anche se sulla carta andiamo bene, i fondamentali sono a posto e le riforme vanno assolutamente nella direzione giusta, chi ci deve prestare i soldi, di cui, grazie alla stolidità e all'inscipienza colpevole di chi ha governato fino a pochi mesi fa, abbiamo purtroppo bisogno per continuare a pagare stipendi, pensioni e interessi a cui siamo impiccati, non si fida e vuole sempre di più. Conseguenza? Semplice, nel nostro paese si sta formando una grande idea che sta diventando maggioritaria, che ci hanno rotto gli zebedei, che siamo stufi di sacrifici e che se non ci vogliono nell'euro, noi si torna alla vecchia liretta; secondo i sondaggi, per quello che valgono, siamo quasi al 70% dei votanti. Ora, questa stolida follia, che distruggerebbe i risparmi di chi li ha (specie se ne ha pochi), che risolverebbe certo il problema pensionistico azzerando quasi le pensioni e riducendo alla fame (vera, non quella fasulla delle quattro lire di tasse che ti stanno pelando adesso) la maggior parte della popolazione, la parte più debole, non è assolutamente capita, specialmente da chi ne sarà la peggiore vittima. Naturalmente a qualcuno converrebbe. 
Per esempio, la gran massa di industrialotti da strapazzo, quelli che riuscivano a competere solo a forza di svalutazioni a catena, incapaci di innovare e di affrontare il mercato in maniera sana, che hanno sempre campato di contributi senza investire una lira, sempre pronti a scappare nel primo paese che gli offrisse in apparenza, salari da fame, fallendo anche in questo caso, perchè non è così che si diventa competitivi, ma solo delocalizzando per conquistare nuovi mercati, competendo sulla qualità e sulla innovazione; quelli che l'unica cosa che conta erano gli stipendi e i contributi sempre troppo alti da versare, quelli che siamo obbligati ad evadere le tasse se no non ce la facciamo, certo a costoro conviene e infatti da lì viene il soffiare sul fuoco dell'ignoranza, che usa le Santanché di turno per vellicare le parti basse di chi non ce la fa a capire. Poi può convenire anche a quelli del tanto peggio tanto meglio, chi non ha risparmi, né lavoro e che può sperare che una volta tutti a zero, si ricominci e chi è giovane e inserito nel sistema possa ripartire in vantaggio, oppure chi ha molti debiti e che da una ipersvalutazione se li vedrebbe azzerare; ma sono certo molto pochi rispetto alla massa di maggioranza che si sta inspiegabilmente formando. Così si crea questo strano connubio di grillini distruttori per cui in ogni caso c'è un guadagno, dei separatisti più disperati che mai, che si vedono ormai messi in un angolo a causa delle loro porcherie e della loro incapacità di fare proposte valide e la parte più retriva della destra, quella che campa di sovvenzioni e sfruttamento, quella che il liberismo vero non sa neanche dove stia di casa. Non a caso il principe di questa banda ha già annunciato il ritorno in campo, buttando là per saggiare il terreno, per vedere se è fertile da semina, che in fondo un'uscita dall'euro non è una bestemmia. Certo, per chi vede le sue aziende che stanno andando in malora, forse è meglio. Purtroppo si avvicinano le elezioni e vedrete che nei prossimi mesi sorgeranno come i funghi movimenti, convegni e tavole rotonde, pieni di sedicenti economisti che con sicumera seria e saccente vi spiegheranno i vantaggi dell'addio alla moneta unica. Io ero là nel 92 quando si sfasciò l'URSS e l'Ukraina era piena di personaggi come questi. Per strada la gente era sicura, basta con questo rublo odioso che ci affama. Torniamo alla Hrivna, che vedrete come andremo meglio, fialmente indipendenti, viva la libertà. Quando saltò la moneta comune, misero in circolazione i Kuponi, uguali ai soldi del monopoli, colore, forma e dopo poco anche valore. 
In pochi mesi da 1 Kupone = 1 Dollaro si passò a 200.000 Kuponi = 1 Dollaro e gli anziani cominciarono a mettersi in fila davanti alle chiese chiedendo l'elemosina. Però è così che vanno le cose, nessuno pensò che forse era giusto andare a chiedere conto a chi aveva spinto in quella direzione, facendo leva sul nazionalismo becero e ignorante e spaccargli la testa. Qualche anno dopo, stessa cosa in Argentina, lì, le pensioni le pagavano in Patacones, un nome, un programma e come sempre le strade si riempivano di gente che picchiava sulle casseruole (il cazerolazo) e via così, fame e miseria per tutta la parte debole della popolazione (naturalmente quella che aveva gridato di più e che più era favolrevole al tuffo nel baratro). Dai, penso che nei prossimi mesi ne sentiremo e vedremo delle belle appena fatto fuori il l'odiato Bocconiano. Le iene sono lì dietro la porta, sono troppi mesi ormai che stanno lontane dalla greppia succulenta e non ce la fanno più a resistere. 
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