Caratteristiche
Incrociando il mandarino Tangerino ed il pompelo Duncan otteniamo un ibrido: il mapo, appartenente alla specie Tangelo, alla famiglia delle Rutacee ed al genere Citrus. Si tratta di un albero che cresce con vigore e molto velocemente fino a raggiungere anche i dodici metri di altezza, caratterizzato da una chioma che si può espandere fino a nove metri, con rami in parte forti ricchi di spine ma anche rami piuttosto deboli e le radici, molte fitte, tendono a svilupparsi in profondità. Le api restano particolarmente attratte dai fiori bianchi di questa pianta, producendone miele, in quanto gradevolmente profumati. Il periodo di fioritura del mapo avviene intorno a fine inverno/inizio primavera e necessita impollinatori appartenenti al suo stesso genere in quanto autosterile. Questa pianta inoltre subisce l’alternanza di produzione.
I frutti pesano dai centotrenta ai centonovanta grammi e sono delle bacche di grosse dimensioni, chiamate anche esperidio. Esse sono caratterizzate da un aspetto globoso, piriforme ed una protuberanza posta all’estremo superiore del frutto. L’endocarpo è ricoperta da una buccia molto sottile e liscia che si stacca con facilità. Inoltre anche con il raggiungimento della maturazione ha un colore verde intenso. La polpa si divide in spicchi molto succosi dal color giallo/arancione, molto profumati e con accenni acidi tipici del mandarino, variabile è la presenza di semi.
Clima e terreno
Questa pianta predilige ambienti dal clima caldo e subtropicale, con inverni miti ed asciutti.
Rispetto al mandarino ha minore resistenza al freddo temendo le gelate tardive. Tra i venti ed i ventotto gradi abbiamo l’oscillazione termica migliore per favorire lo sviluppo vegetativo e la riproduzione, quando le temperature scendono al di sotto dei sette gradi comincia la fase di riposo invernale. Il mapo ama gli ambienti al sole sufficientemente luminosi che vanno però ben protetti da fenomeni di vento con delle barriere frangivento, si adatta al terreno di coltivazione con una buona vegetazione anche sui terreni più sabbiosi e piuttosto calcarei ma ciò non toglie che anch’esso preferisce terreni fertili, di medio impasto, drenati, con una sufficiente quantità di sostanza organica ed a causa di una sensibilità ai ristagni idrici ed alla clorosi ferrica, non ama quelli compatti ed eccessivamente calcarei.
Si tratta di una pianta che presenta una provenienza tipicamente d'oltre oceano, dal momento che arriva direttamente dagli Stati Uniti d'America, quest’ibrido si può far risalire alla fine dell’800, viene coltivato principalmente in California ed in Florida ma anche in una piccola parte di ettari della Calabria e Sicilia in Italia.
Varietà e portainnesti
Il mapo si suddivide in cinque cultivar principali: Minneola, Orlando, Page, Seminole e Sampson. La prima è caratterizzata da frutti di grosse dimensioni, con una protuberanza nell’estremità superiore, presenti circa sette/dodici semi e produce frutti ogni anno. L’Orlando è la cultivar che si adatta maggiormente anche al freddo, la caratterizza la forma a coppa delle foglie, origina frutti di media dimensione senza protuberanza ed una scarsa presenza di semi.
In via preferenziale viene utilizzato l’innesto per la propagazione del mapo, l’impiego maggiore avviene con l’arancio amaro ed il franco. Il franco, usato anche come portainnesto dell’arancio dolce e del limone, resiste bene a temperature rigide ed alla gommosi mentre l’arancio amaro vanta di una buona adattabilità al terreno di coltivazione ad esclusione di quelli compatti e consente un’ottima longevità alle piante, anch’esso non teme le temperature più rigide e sopporta anche parassiti per esempio i marciumi radicali e la gommosi del colletto ma risente del mal secco e del virus della tristezza.
Tecniche di coltivazione
Tendendo la chioma ad espandersi, causando ampi sesti d’impianto, è necessaria una buona illuminazione con distanze minori per l’arancio amaro rispetto al franco. Il globo a chioma piena è la tecnica di allevamento che viene adottata, con le branche poste sul fusto a quaranta cinquanta centimetri da terra. Grazie ad essa si favoriscono la potatura e la raccolta proteggendo il mapo da alcune situazioni climatiche come forti venti ed insolazioni, velocizzando l’inizio della produzione grazie alle poche operazioni di potatura durante l’allevamento ed impedendo la formazione di erbe infestanti. In fase di potatura attraverso la diradazione di alcuni rami secchi, deboli e dei succhioni all’estremità delle branche si migliora la circolazione dell’aria. Per quanto riguarda la concimazione avviene nel periodo invernale, con potassio e fosforo e per mezzo dell’azoto o della concimazione fogliare alla ripresa vegetativa. Sono necessarie numerose irrigazioni per avere abbondanza di frutti di buona qualità, nonostante questa pianta affronti discretamente la siccità. Tra i mesi di ottobre e gennaio avviene manualmente la raccolta dei frutti che vengono usati fondamentalmente per un consumo fresco ed in alternativa per la produzione di liquori e conserve. La pianta del mapo inoltre può essere attaccata da alcuni parassiti.