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Io ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per nominarti Libertà. TRAMA Una diva in declino decide di confrontarsi col fantasma della madre intepretandola sullo schermo, o almeno così vorrebbe: una rivale più giovane le vuole soffiare il posto.. Un ragazzino attore già in declino per via di un bambino che gli ruba la scena è appena uscito da una rehab è controllato da un padre, ex divo e guru con scheletri nell'armadio... Una ragazza ricoperta di ustioni arriva a Hollywood per vedere le case delle star e un giovane autista, aspirante sceneggiatore, l'accompagna.. COMMENTO Tanti personaggi che intersecano le loro vicende in un mosaico grottesco e citazionista, talvolta perfino parodista. C'è di tutto, perfino troppo in questo film che merita più di una visione. C'è il ritratto impietoso di una Hollywood, luccicante e fiabesca dall'esterno, che si trasforma in vero e proprio incubo dall'interno. Ogni divo è abitato da terribili fantasmi che ne divorano l'esistenza (tratto comune dei quattro personaggi principali) e lo trasformano lentamente in un mostro capace di ogni cosa. Ogni personaggio è anche citazione o autocitazione in un cortocircuito spassosissimo: basti citare la guerra tra le due stelle del cinema scaturita nientemeno che da Carrie Fisher in carne e ossa che interprete se stessa e che è da tutti noi conosciuta grazie a ...Guerre stellari, appunto! Il regista ci dipinge gli attori di Hollywood come dei criminali senza scrupoli disposti a tutto e gli attori lo assecondano a meraviglia: applausi a una fantastica, crudele, folle e patetica Julianne Moore, premiata al Festival di Cannes. John Cusack oramai abbonato nei panni dello squilibrato, risulta davvero inquietante. Lo stesso si potrebbe dire della sempre brava Mia Wasikowska, che pare riproporre lo stesso ruolo di Stoker: pura coincidenza? Sono molte le domande a rimanere senza risposta poiché Cronenberg, che con gli ultimi film ha abbandonato atmosfere a lui più consone e cambiato spesso registro (l'interessante dramma storico A dangerous method, e il cinico, più audace Cosmopolis) cambia pelle nuovamente e pare divertirsi come un ragazzino a suon di colpi di scena che scuotono lo spettatore, sortendo ogni tipo di effetto. Il pubblico ride, riflette, s'interroga, percepisce le citazioni, si spaventa e si arrabbia, poiché Cronenberg gioca coi suoi personaggi, con i suoi spettatori e perfino coi suoi attori: tutti burattini del suo gioco senza esclusione di colpi. Impossibile rimanere impassibile! Maps to the stars può irritare o affascinare moltissimo e per gli stessi motivi, più annoiare o coinvolgere moltissimo, può rimanere impresso o può passare come una meteora. Innegabile il talento del regista di comporre e scomporre i preconcetti dello spettatore, troppo abituato ai cliché cinematografici, qui sfruttati, abusati e scagliati contro chi guarda. VOTO: 8
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