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Marathon: il Racconto di una Corsa Leggendaria

Creato il 29 gennaio 2013 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Giuseppe Floriano BonannoMarathon: il Racconto di una Corsa Leggendaria

Eucle, Tersippo, Filippide. Tre nomi che ai più diranno poco, ma che in realtà sono figure entrate nel mito della Grecia classica. Dell’ultimo, Filippide, forse chi è appassionato di sport e di atletica in particolare, avrà già sentito parlare, visto che si ricorda come l’eroe che corse a perdifiato la distanza tra Maratona ed Atene per annunciare la vittoria sui Persiani e che, subito dopo, morì per l’immane sforzo. Questi tre eroi sono i protagonisti di Marathon – La battaglia che ha cambiato la storia (Newton Compton, 2011) una delle opere di maggior successo di Andrea Frediani, acclamato autore italiano di romanzi storici (al suo attivo tra gli altri titoli: Jerusalem, 300 guerrieri – La battaglia delle Termopili e la trilogia Dictator). Siamo nel 480 a.C.: Eschilo attende su una nave greca notizie circa l’esito dello scontro alle Termopili, quando viene a fargli visita una donna misteriosa che intende narrargli la sua personale versione della battaglia di Maratona, combattuta dieci anni prima e in cui partecipò lo stesso grande drammaturgo. Da questo passaggio, prende le mosse il racconto di quello che fu il primo grande scontro non solo di popoli ma di mondi dell’età classica: da una parte lo sconfinato, potente ed invitto Impero Persiano, dall’altra una lega di Greci, portatori di valori e virtù fatte poi proprie dal mondo occidentale. Frediani, grande narratore di battaglie com’è, se da una parte non viene meno alla sua grande capacità di ricostruire i grandi scontri dell’antichità sia nella loro visione d’insieme che soprattutto, nell’accurata, minuziosa, e anche fin troppo realistica narrazione degli innumerevoli e cruenti corpo a corpo tra i guerrieri; dall’altra ci regala pagine di letteratura intensa e accattivante soffermandosi su altro, che è la sfida fra i tre protagonisti. Ebbene la novità di quest’opera, che la differenzia da quelle dello stesso autore e da tante altre dello stesso genere, è proprio nella sottile indagine psicologica di tre uomini, tre autentici eroi, che sotto l’apparenza di una solida ed antica amicizia nascondono un lato oscuro, destinato lentamente a deflagrare con tutte le sue luttuose conseguenze.

Marathon: il Racconto di una Corsa Leggendaria

La struttura stessa del libro è complicata come lo è l’animo umano, ci si muove infatti su vari piani, si salta dai momenti collettivi a quelli personali ed intimi, ma si vive temporalmente su due piani distinti: il presente, rappresentato dalla corsa verso Atene che vede impegnati i nostri tre eroi, e il passato, che racchiude in sé la storia degli avvenimenti pubblici e privati che hanno portato Eucle, Tersippo e Filippide a quel punto. Il veicolo di questa conoscenza dei vizi privati e delle virtù pubbliche è la sfida che i tre si sono lanciati, che li vede impegnati a correre la “Maratona”: un’interminabile corsa a perdifiato dalla pianura di Maratona – dove i tre si sono distinti per l’ineguagliabile valore – fino ad Atene, per annunciare la vittoria dei Greci e salvare la città dalla sopravveniente flotta persiana. Si sa che, in gare così lunghe e massacranti, la fatica avviluppa muscoli e cervello e l’unico modo per resistere ed andare avanti, passo dopo passo, è quello di estraniarsi dallo sforzo distraendosi con altri pensieri. Ebbene, nel nostro caso, la distrazione è rappresentata dalla storia del passato vista attraverso i ricordi e gli intimi pensieri di Eucle che, chilometro dopo chilometro, smaschereranno i più nascosti segreti di tre amici che, alla fine, non si sono mai troppo amati. Ancora una volta chi viene dissezionato è l’animo umano, in questo caso di tre eroi, ammirati ed additati come esempio da un’intera società, ma che, nel profondo dell’animo, si rivelano essere molto “umani”, avvinti come sono da paure, ambizione ed insicurezze.

Marathon: il Racconto di una Corsa Leggendaria

Chi scegliere dunque tra i tre protagonisti? Filippide, l’eroe tutto d’un pezzo, senza paure né debolezze, leale, valoroso, generoso, tollerante, ma forse troppo pieno di sé da non accorgersi di raccogliere, sotto la manifestata ammirazione, profonde invidie; Tersippo, quello meno dotato fisicamente, ma ambizioso oltre ogni limite, diplomatico, affabulatore, viscido, pronto ad usare ogni debolezza altrui come arma per perseguire le proprie mire politiche e i propri biechi scopi; o infine Eucle, schiacciato tra due figure più grandi di lui, pieno di dubbi ed incertezze che in ogni occasione, lo hanno tradito facendolo sempre arrivare “secondo” e costringendolo a vivere di luce riflessa? Frediani giostra benissimo le sue carte regalandoci un libro di rara intensità che ci avvince trascinandoci a correre al fianco dei tre protagonisti, denudati, pagina dopo pagina, delle loro difese fino ad essere mostrati nella loro vera essenza, che è quella di uomini come noi con sogni, aspettative, paure, ambizioni, virtù, ma anche, e soprattutto, vizi. Il racconto della battaglia, quasi in tempo reale, si trasforma così nella cronaca di una corsa, nata per la conquista della affascinante e potente Ismene, che finirà, pian piano, per mettere in gioco non solo l’amicizia, ma addirittura la vita, fino al sorprendente ed inevitabile, tragico, epilogo. Il mio eroe, alla fine e nonostante tutto, è proprio Eucle, che finisce per essere la fotografia perfetta dell’uomo medio, sospeso tra bene e male, pieno di timori ed insicurezze che, se vinte, lo possono portare ad essere un “Filippide”, impersonificazione dell’optimum, ma se perse, possono trasformarlo nel deprecabile e indegno “Tersippo”.

     

     

     


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