Mi fa una certa impressione scrivere che cento anni fa nasceva Marcello Marchesi, uno dei più grandi umoristi italiani di sempre. Personalmente non riesco ancora a pensare che l’umorismo e l’ironia abbiano una data di nascita e una di morte. Però c’è qualcosa che mi conferma il secolo trascorso dai primi vagiti a Milano di quello che in molti ricordano come il “signore di mezz’età”: l’oblio. Marcello Marchesi è stato giornalista, scrittore, sceneggiatore televisivo e cinematografico, autore di canzoni, di programmi radiofonici e televisivi, pubblicitario, eppure di lui si sono perse le tracce, lo si ricorda poco o nulla. Da piccolo leggevo le storie di Asterix e sapevo che le traduzioni dall’originale in francese erano di Marcello Marchesi. Guardavo Carosello alla tv e venivo a conoscere che slogan pubblicitari quali “Falqui: basta la parola!” o “Vecchia Romagna Etichetta Nera, il brandy che crea un’atmosfera” erano invenzioni di Marcello Marchesi. Potrei stare ore a citare e rischierei di trovarmi in compagnia di pochissime persone. Forse che l’Italia, al di là dei soliti nomi storici, preferisce ricordare personaggi che invece del sorriso e il riso hanno procurato lacrime e sofferenze al nostro paese? Può darsi che la vena masochistica appartenga al nostro DNA nazionale, d’altronde mi basta guardare gli ultimi eventi e collezionarli insieme agli altri di 150 anni di storia italiana… Marcello Marchesi aveva un’intelligenza rara, come Flaiano, come pochi altri, con una frase, una battuta era in grado di condensare emozioni, umori, suggestioni che provenivano dalla vita, dalle vicende sociali, politiche, economiche, e possedeva il dono della leggerezza. Non era mai volgare. È morto il 19 luglio 1978 mentre stava nuotando nel mare di San Giovanni di Sinis, in Sardegna, e già era pronto per lui un epitaffio, una frase che lui stesso aveva scritto nel suo libro Il malloppo, del 1971: «L’importante è che la morte ci trovi vivi». Non è poco, soprattutto perché Marcello Marchesi fino al suo ultimo respiro è stato davvero all’altezza di quella frase, facendone una filosofia di vita. Vorrei che il suo esempio, la sua celestiale levità scorressero ancora nelle vene degli italiani… Chissà, potrebbero essere un elisir per condurci fuori da questo nostro periodo storico affollato di cafoni, strillozzi, personaggi senz’arte né parte…
© Marco Vignolo Gargini
http://it.wikipedia.org/wiki/Marcello_Marchesi
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