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Marchionne: “Montezemolo? Tutti utili ma nessuno indispensabile”

Da Pukos
Marchionne: “Montezemolo? Tutti utili ma nessuno indispensabile”

Punto primo: la Ferrari non vince da sei anni. Punto secondo: tutti sono utili, nessuno è indispensabile, neanche Luca Montezemolo. Punto terzo: l’uscita dall’azienda del presidente del Cavallino non è ora in agenda. Sergio Marchionne interviene a Cernobbio, dove partecipa al Workshop Ambrosetti, sui rumors e le voci che si susseguono sul futuro di Montezemolo e il senso delle sue parole suona come una sorta di ultimo appello.

In prima battuta l’amministratore delegato di Fiat Chrysler appare quasi conciliante. «L’uscita di Montezemolo non è sul tavolo», dice secco ai cronisti che lo pressano. Subito dopo, però, aggiunge un eloquente: «Tutti sono utili, nessuno è indispensabile». I cronisti insistono. Allora Marchionne aggiunge: «I risultati economici di Montezemolo sono molti buoni. Ma nel caso della Ferrari un manager deve essere valutato sia per i risultati industriali che per quelli sportivi. Luca ha ottenuto risultati industriali straordinari. Sul fronte sportivo, invece, sono sei anni che non vinciamo. «Abbiamo i migliori piloti, due campioni del mondo, Alonso e Raikkonen, un box super. Non possiamo partire tra il settimo e il tredicesimo posto».

Sui giornali di ieri le dichiarazioni del presidente della scuderia di Maranello: «A marzo ho dato la disponibilità alla Ferrari per altri tre anni». All’agenzia Bloomberg che glielo ricorda, il manager con il maglioncino nero replica secco, in inglese: «Nessuno può permettersi di minacciare che senza di te l’azienda avrebbe avuto dei problemi». Il problema dei risultati deludenti della Rossa, del resto, è da tempo, questo sì, nell’agenda delle priorità del gruppo Fiat Chrysler che il prossimo 13 ottobre si quoterà a Wall Street. L’appannamento dell’immagine vincente del Cavallino disturba il gruppo.

Ecco così che, pur con le cautele del caso («Non ho nessun annuncio da fare»), Marchionne non si tira indietro e affronta l’argomento. «Ho letto i giornali e ho visto le dichiarazioni – insiste – Ferrari è controllata dalla Fiat, noi abbiamo il 90% e abbiamo come azionista al 10% Piero Ferrari con il quale ci sono ottime relazioni. L’abbiamo fatta gestire da Luca per un periodo per due ragioni. Prima di tutto per l’indipendenza della Ferrari: per quanto riguarda il prodotto e il suo posizionamento sul mercato era importante che si separasse dalla Fiat. Detto questo, lo è per me e lo è per lui, come per tutti gli altri: noi siamo al servizio dell’azienda. Quando l’azienda cambia idea o per lo meno non c’è più la convergenza di obiettivi, le cose cambiano. La seconda ragione è la gestione sportiva».

Allora vuol dire che le cose stanno cambiando? «Non sto dicendo questo – è la risposta – Vi ricordo che sono due le parti della realtà Ferrari che sono importanti per noi come azionista e per noi come azienda: la prima sono ovviamente i risultati economici, cosa su cui Luca ha fatto un grandissimo lavoro e gli faccio i miei complimenti. L’altra è la gestione sportiva. Il cuore di Ferrari è quello di vincere in Formula 1 e io stesso sono un tifoso da anni. Vedere la Ferrari in queste condizioni avendo i migliori piloti, ingegneri che sono veramente bravi, vedere quel sistema lì e vedere che non vinciamo dal 2008, beh…».

Un avvicendamento al vertice del Cavallino tuttavia, prova a ribadire, non è sul tavolo. «Io e Luca siamo grandissimi amici, ma quando leggo le dichiarazioni… Sono cose che non avrei mai detto io su me stesso. Mi considero naturalmente essenziale, ma so benissimo che sto al servizio dell’azienda. Quindi crearsi posizioni, illusioni che siamo al di fuori delle regole, al di fuori della dipendenza che esiste tra azienda e ad, sono cavolate, non esistono». Marchionne sembra un fiume in piena. «Per noi è essenziale presentare una Ferrari vincente in Formula 1. È un obiettivo assolutamente chiaro e non possiamo accettare una situazione diversa. Non voglio vedere gente in settima posizione. Sono cose che a me non interessano, e neppure alla Ferrari».

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