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Marchionne: Serve piano Marshall per l’Italia

Da Maurizio Picinali @blogagenzie

Marchionne: Serve piano Marshall per l’Italia«Non chiuderemo nessun stabilimento, il nostro Paese sarà piattaforma di produzione per i mercati mondiali» ANSA «Dobbiamo scommettere sul futuro dell’Italia», dice l’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne. Serve «uno scatto di orgoglio, uno sforzo collettivo, una specie di patto sociale, chiamatelo piano Marshall per l’Italia o come volete. Un piano di coesione nazionale per la ripresa economica».

CINQUE COSE CHE SI POSSONO FARE - Per questo, «quello che posso dire al governo è: scegliete le cinque cose più importanti, cinque cose che si possono fare ora. Datevi 90 giorni di tempo per realizzarle e poi passate alle cinque successive». Dal punto di vista delle imprese, invece, le priorità del piano Marshall italiano sono, tra le altre, la semplificazione e la riforma di «un sistema giudiziario lento e inefficiente, con tendenze a volte anti industriali». Alle imprese, inoltre, «ci piacerebbe anche vedere comportamenti per limitare le spese e gli sprechi, della politica e della pubblica amministrazione». Nel video storico del 03/06/1948 Piano Marshall in atto: arrivi di navi a Genova. Discorso dell'ambasciatore Americano Dunn e del ministro italiano dei Lavori Pubblici ; camalli ascoltano a bracci conserte ; folla applaude ; un uomo esamina sul palmo della mano la qualità del grano ; NESSUNA CHIUSURA - E ancora: «La Fiat - ha detto Marchionne durante il suo intervento all’assemblea 2013 di Confindustria Firenze - si è accollata le sue responsabilità, gli analisti e opinionisti consigliano che chiudendo uno o due stabilimenti in Italia ci consentirebbe di risolvere il problema della nostra sovracapacità produttiva, invece abbiamo deciso che non chiuderemo nessun stabilimento in Italia». Marchionne ha infatti sottolineato di voler puntare sul nostro Paese anche come piattaforma di produzione per i mercati di tutto il mondo e a questo proposito ha ricordato gli investimenti fin qui già effettuati.

GLI INVESTIMENTI - A Pomigliano, ha ricordato, «abbiamo investito 800 milioni senza neanche un euro di investimento e l’abbiamo trasformato in uno stabilimento modello». A Grugliasco, invece, è stato speso 1 miliardo di euro, mentre a Melfi sono in programma investimenti per 4 miliardi che permetteranno di produrre dal 2014 due nuovi modelli». E ha poi rassicurato: «Il progetto di Fiat per la produzione in Italia porterà in 3-4 anni al pieno impiego dei lavoratori»


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