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Marco Belinelli nella storia dell’NBA: primo italiano a vincere nell’All Star Game! Nella sfida dei tiri da 3 punti domina Beal

Creato il 16 febbraio 2014 da Giannig77

E così Marco Belinelli è entrato nella storia del Basket NBA: primo italiano a potersi fregiare di un titolo importante e significativo, quale miglior tiratore da 3 punti dell’All Star Game che, lungi dall’essere una “passerella” di campioni, ha tutti i criteri oggettivi per assurgere a testimonianza storica e plausibile del raggiunto valore del Nostro atleta.
Sì, perché non si tratta meramente di numeri asettici, ma di reali trasposizioni di valori; nella pallacanestro non si può barare, può esserci il periodo di forma più o meno smagliante, l’incognita degli infortuni o lo scarso momento personale, ma in genere le statistiche sotto canestro non mentono.

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E allora occorre ricordare che è tutta la stagione che il Beli viaggia su medie impressionanti in quella specifica abilità, il tiro da 3 punti, ma non solo: il suo score personale è tra i più efficace dei San Antonio Spurs, la squadra della quale da quest’anno è tutt’altro che comprimario. E’ vero, gli assi Tony Parker e Tim Duncan sono stati spesso fermi ai box, ma Marco non li ha fatti rimpiangere, riuscendo a conquistare gara dopo gara sempre più fiducia da parte di un tecnico intransigente come Popovich, con conseguente aumento esponenziale del suo minutaggio in quintetto base.
Assurdo poi pensare che uno come lui, a lungo in stagione in corso con le migliori statistiche in assoluto di tutta la Lega nella speciale disciplina delle triple, non dovesse o potesse partecipare all’All Star Game! Cone rivali aveva gente da far tremare i polsi, è proprio il caso di dirlo. Dall’asso di Golden State, il playmaker Stephen Curry (invero il mio favorito alla vigilia), all’emergente Lillard, trascinatore della rivelazione Portland a campioni più affermati come Kevin Love o Joe Johnson. Alla fine la finalissima lo ha visto duellare con Bradley Beal, altro fenomeno dei tiri dalla distanza ma il divario è stato quasi imbarazzante a favore di Marco, che ha dominato la sfida, con percentuali davvero da record. Una lucidità e una freddezza impressionanti quelle mostrate da Belinelli, indice di una sempre maggior acquisita sicurezza nei propri mezzi e di una sopraggiunta serenità, oltre che maturità professionale.

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Eppure non è sempre stato facile per l’ex giocatore della Fortitudo. Il ragazzo partito da San Giovanni in Persiceto come (quasi) tutti ha faticato parecchio ad adattarsi e ad ambientarsi in una Lega ultra competitiva come la NBA. Tanta gavetta, dagli esordi a Golden State fino all’approdo ai mitici Bulls. In mezzo delusioni, cadute ma sempre con la determinazione e la voglia di dare il tutto per tutto per dimostrare di poter starci a fianco di campionissimi. E l’approdo quest’anno in una big come San Antonio, vincitrice della Western Conference e fresca finalista dell’anno scorso contro gli Heat di Re Le Bron James, doveva rappresentare la vera svolta per lui. Difatti svolta è stata, con Marco come detto sempre più inserito negli schemi e nei meccanismi di una franchigia che ormai da anni gioca a memoria, essendo per lo più formata, a eccezione dell’emergente talento Leonard, da “vecchi” campioni come i già citati Duncan (più volte eletto MVP dell’intera Lega in passato), il play franco – belga Parker o l’argentino Ginobili che gli appassionati italiani ben conoscono per i suoi gloriosi trascorsi nel nostro campionato.
A Belinelli diciamo un grande GRAZIE per le emozioni fatteci provare questa notte e auguriamo che questo risultato sorprendente sia comunque solo la prima tappa di riconoscimenti sempre più importanti.


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