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Marco Braico, la pallavolo e una vittoria speciale

Creato il 12 febbraio 2015 da Sportduepuntozero

Marco BraicoDifficile raccontare in poche righe chi è Marco Braico, torinese classe 1968, arbitro di serie A1 di pallavolo, juventino sfegatato e appassionato di sport in generale. Nella vita di tutti i giorni professore di matematica e fisica in un liceo scientifico di Orbassano; in una vita passata e parallela, dal quale è brillantemente uscito ma di cui porta inevitabilmente (ma anche per fortuna) il ricordo, malato di leucemia. Marco Braico è la somma di tutti questi personaggi, che si fondono nel suo parlare diretto e vivace, pieno di aneddoti legati alle sue numerose vite. Impossibile, come detto, raccontarlo in una pagina; per questo ci ha pensato lui stesso, scrivendo tre libri (il quarto è già in cantiere) ispirati a storie vere: “La Festa dei Limoni“, “Metà di Tutto” e “Cuori di Panna“. Tutti sono ispirati a sé stesso, agli obiettivi che non è riuscito a concretizzare ma che i suoi personaggi raggiungono, come in una proiezione dei suoi sogni. Il primo lo coinvolge direttamente perché parla proprio della sua, di storia. Di una malattia che, come spiega, “c’è ma si sente poco”, sconfitta con un trapianto di midollo osseo ma soprattutto con il desiderio di veder crescere le proprie bambine, con la forza di non pensarci e con l’ironia. Quest’ultima è il filo conduttore de “La Festa dei Limoni” nonché della sua vita (specialmente quella degli ultimi anni), costellata da un elenco incredibile di aneddoti legati alla scuola, alle corsie dell’ospedale, alla pallavolo.

Marco è diventato arbitro di volley ai massimi livelli nazionali. La promozione in A1 l’ha sognata per anni e l’ha conquistata proprio nel periodo della malattia, festeggiandola con un lungo pianto liberatorio di felicità. Nei fine settimana gira i palazzetti di tutta Italia; lo conoscono gli atleti, i dirigenti, i giornalisti, il pubblico. Che ovviamente non gli fa mai mancare qualche “insulto”, ma Marco non li sente neanche più, gli scivolano addosso. Non perché si creda infallibile (“il miglior arbitro è quello che ammette il proprio errore, che parla con i giocatori ed eventualmente chiede loro aiuto”), ma perché da quando è guarito guarda la vita da un’altra prospettiva e più che la forma delle cose considera la loro sostanza, la loro essenza (“la pallavolo è un gioco, la vittoria sta nel giocarla, non nel punteggio finale; cos’è una brutta parola di fronte all’essere parte della partita e all’emozione di un palazzetto?”)

Essenziale, con il suo profumo e con la sua naturalezza, è il limone, da cui ha tratto ispirazione per il titolo del suo primo libro. L’ha scritto per raccontare la sua testimonianza, non per far sapere al mondo che lui ce l’ha fatta ma per invitare tutti a provarci. Spesso è impossibile guarire da una brutta malattia; ma vincerla non vuol dire per forza uscirne, significa riuscire a trovare anche solo qualche momento di spensieratezza e felicità (“una battuta di un infermiere quando sono entrato in ospedale mi ha salvato la vita”, “ mentre ero in ospedale, il gol di Zalayeta contro il Barcellona nei quarti di Champions del 2003 mi ha fatto saltare in piedi gridando, anche se faticavo a stare seduto”).

Critiche, anche se pesanti e dolorose, ne ha raccolte pochissime. Soddisfazioni, al contrario, le ha trovate in ogni angolo (“non dimenticherò mai quel papà che mi telefonò per dirmi che suo figlio, dopo aver letto il mio libro, aveva ricominciato a mangiare”). Sono l’unico combustibile che Marco brucia per andare avanti nella scrittura e nella presentazione dei lavori; il denaro che ricava dalla vendita dei suoi libri non lo mette in tasca ma lo utilizza per comprare materiali e attrezzature per gli ospedali. Non manca molto all’acquisto di un ecografo, una sfida complicata, ma che Marco Braico sa già che vincerà.

Per saperne di più http://www.lafestadeilimoni.it/


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