
“Buonasera a tutti, grazie per essere venuti e spero che lo spettacolino vi piaccia. Vi racconto, solo in breve, il perché di questa serata reading, sopratutto di un libro che è a tre anni dalla sua prima e unica edizione… ebbene… è stata un po’ una sfida con l’editore, non credeva che si sarebbe ancora venduto, mentre io sono sicuro che sia fattibile, così… eccomi qui con il mio libro, con la mia lettrice preferita…”(1)
Torino, oggi.
Marco, scrittore a tempo pieno(2), ma con scarsi risultati, ha deciso di puntare tutto sul suo ultimo romanzo, il terzo; un libro uscito da ormai tre anni, e con il quale non ha ancora guadagnato un centesimo. Ma il successo arriverà, o così crede l’autore, a patto che si riesca a far uscire una seconda edizione con tanto di fascetta, di quelle che attirano lo sguardo dei clienti in libreria. E così, d’accordo con l’editore ma non con la moglie Laura -troppo preoccupata dall’esborso per approvare l’ambizioso gesto del marito- ha comprato le 450 copie residue della prima tiratura. E per completare il rilancio in grande stile -o forse solo per smaltire qualcuna delle diverse centinaia di copie ora in suo possesso-, ha organizzato una presentazione. Al “Charlie Bird”, un jazz pub di via Gioberti a Torino. A supportarlo ci penserà l’amica Elena, la sua “lettrice preferita”.
Ma l’evento finisce in tragedia quando, sparando dal cortile interno, un ignoto killer sfiora l’autore e uccide la lettrice.
Chi era il vero bersaglio dell’assassino? Marco, ferito di striscio a una spalla, o Elena, colpita in pieno volto? E perché qualcuno dovrebbe prendersi la briga di assassinare un (quasi) anonimo scrittore, o la sua lettrice, una donna apparentemente tranquilla? E ancora, perché uccidere proprio nel bel mezzo di una situazione pubblica?
Marco G. Dibenedetto, già autore di Il cacciatore di vite, un serial killer a Torino (Fratelli Frilli, 2008) e Lo zero posizionale (Mnamon, 2011), confeziona un originale terzo romanzo, che coniuga impulso post-moderno allo scherzo metanarrativo(3), elemento autobiografico(4) e trama gialla; il risultato è un romanzo d’indagine dai toni “classici” ma sui generis, “educato”, di scuola torinese, puntato più sull’evocazione dei luoghi(5) che su un intreccio impenetrabile(6), ma anche curiosamente attento alla ricostruzione dei moventi dell’agire dei personaggi(7)…
Il romanzo, E.N.D. – Forse qualcuno è già morto, di Marco G. Dibenedetto è edito da Kilometrozero edizioni.
(1) Marco G. Dibenedetto, E.N.D. – Forse qualcuno è già morto, Kilometrozero edizioni, Torino 2012, p. 19.
(2)“Per la scrittura aveva lasciato il lavoro, si era licenziato dal bar quando il primo libro che gli avevano pubblicato aveva avuto un discreto successo…”. ( Ivi, p. 16).
(3)L’aspetto metanarrativo ha toccato l’apice, mi pare, nel corso della presentazione effettivamente organizzata all’interno del Charlie Bird; una presentazione nella quale una lettrice leggeva di se stessa (o di una sua omonima), che nel corso di una presentazione leggeva…
(4)Al di là dell’omonimia di autore e personaggio, è impossibile non cogliere, nei brani relativi alla presentazione, una miscela di realismo e ironia utile a raccontare, tra l’altro, il desiderio di successo -frustrato- dello scrittore eternamente “emergente”, ovvero, in definitiva, mai veramente noto.
(5)I luoghi raccontati non si riducono al Charlie Bird; eppure non si può dire che lo stile del romanzo sia descrittivo. Ma da torinesi (anche d’adozione, come chi scrive) si ha l’impressione di intuire la topografia cittadina, di riconoscerla, più che di sentirsela raccontare, come se, forti di un’esperienza “geografica” (di una geografia umana, fatta di percorsi abituali, modi di muoversi e direzioni) condivisa, ci si ritrovasse “a casa” grazie ai pochi suggerimenti dell’autore.
(6)Ma, fidatevi, sul finale END potrebbe riservarvi le sue belle sorprese…
(7)Interesse, forse, in parte derivato dalla professione dell’autore, psicologo psicoterapeuta.





