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Marco lo spaventapasseri dal cappello rosso

Da Fiaba

 

spaventapasseri
C’era una volta in uno stupendo Campo di Grano un bellissimo spaventapasseri dal cappello rosso e gli occhi di una cangiante tonalità viola scuro, di nome Marco.

Appeso ad un lungo stecco di legno, saggio e accorto, la dolce creatura, trascorreva i suoi giorni compiendo il proprio dovere, in perenne attesa, col sorriso ben stampato sulle labbra.

Dal cuore buono e leale, animo nobile e coraggioso, era lui infatti impavido e valoroso a vegliare sul raccolto con attenzione e cura infiniti.

Alla nascita allegro e spensierato, il più festoso fra i suoi fratelli, il giovane spaventapasseri cullava però infondo al proprio cuore un grande sogno: poter un giorno scendere dallo steccato e correre a perdifiato fra i Campi con le proprie gambe di paglia, agile e scattante.

“E ci riuscirò! Perché ci credo! E sarà così!” ripeteva.

E a quelle parole i corvi, ammirando la sua forza e la sua tenacia, facendo ogni volta spallucce riprendevano il loro volo, felici di portare con sè un po’ di quella favola così bella, sperando anch’essi nella sua realizzazione.

“Ma non è una favola! E io ci riuscirò!” rincarava di rimando lui. “A suo Tempo!” era il suo unico e solo ritornello, la sua nenia, la sua sicurezza, fonte inesauribile di felicità, acqua pura per il suo cuore.

E cocciuto non muoveva un passo da quei luoghi “A suo Tempo! Tutto ha il suo Tempo! E giungerà anche quello giusto per me!”

“E se non dovesse succedere?” gli chiedevano di tanto in tanto i girasoli a ruota, appresa la sua storia portata dal vento.

“Questo non accadrà!” rispondeva lui di getto, continuando nella sua attesa ancora più convinto, anche se attorno tutte le creature erano in pena per lui “Perché io ci credo!” sorrideva.

E una notte all’improvviso, voltando lo sguardo verso il punto in cui la campagna si apriva in due lunghi filari di viole selvatiche, lo spaventapasseri percependo il proprio petto battere a mille, scorgendo i raggi della luna carezzare in mille bagliori di luce le sue gambe di stoppa, meraviglioso con il suo sguardo fiero, mosse i primi passi con insicurezza, sorridendo di gioia indicibile - giunto il suo Tempo - annunciando la sua felicità al mondo intero, facendo ondeggiare al suo passaggio le lunghe spighe d’oro: Melodia d’amore di impareggiabile bellezza.


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